Nel
Maggio del 2012 la Sergio Bonelli Editore ha fatto uscire un nuovo
fumetto avventuroso, Saguaro. Dopo molti anni di miniserie, ovvero di fumetti con una
fine prestabilita, Saguaro è il ritorno della casa editrice milanese
a una serie regolare, potenzialmente infinita. La scelta,
soprattutto in un momento di crisi generale come questo, è certamente
coraggiosa e potrebbe essere premiata dal pubblico bonelliano che
ha bisogno di tempo per affezionarsi ad un personaggio.
Serie
come Dylan Dog o Alan Ford ci hanno messo degli anni prima di
esplodere e di diventare dei cult.
Il cactus saguaro. |
Saguaro
è il soprannome (che lui non ama) del protagonista, Thorn
Kitcheyan. E' un "nativo americano", discendente dei Navajo;
dopo aver combattuto nel
Vietnam ed essere stato ferito seriamente nel Laos,
torna a casa a Window Rock
nella Contea di Apache,
al confine tra l’Arizona e il Nuovo Mexico. In realtà la sua casa
non esiste. Grazie forse anche al suo carattere spinoso ma generoso
(Saguaro infatti è un cactus del deserto
che al suo interno racchiude l’acqua fonte di vita), Thorn vive ai
margini della civiltà in una roulotte usata senza elettricità e
fuori dalla riserva. Ai nostalgici di Mister No, in questo e in altri
aspetti un po’ lo ricorda. E forse non a caso, dato che sembra che
sia stato lo stesso Sergio Bonelli, a suggerire di ambientare la
serie in un’epoca passata, il 1972, dove il mondo era molto diverso
da oggi. Questo permette al creatore del personaggio, il poliedrico
Bruno Enna, capace di passare con disinvoltura dal mondo Disney a
quello bonelliano, di occuparsi di un risvolto storico non molto
conosciuto in Italia, quello della ribellione e protesta degli indiani, una sottotraccia che si preannuncia come ricorrente nella
serie.
Saguaro
è un personaggio forte e sicuro di sé, lontano per esempio dai
tormenti degli eroi moderni come Nathan Never. Viene
scelto per formare uno speciale gruppo federale che possa indagare
su tutti quei casi in cui la polizia tribale non ha competenza o
giurisdizione - e la prima persona che recluterà sarà la figlia dello
sceriffo, Kai. Una spalla sicuramente convincente ma, come Thorn,
priva di umorismo.
Bruno Enna, nell'interpretazione "disneyana" di Siniscalchi. |
Ecco... se
dobbiamo trovare un difetto alla serie, forse manca un comprimario
divertente che bilanci un po’ la seriosità del protagonista.
Quell’alchimia magica che troviamo per esempio tra Tex e Carson, o
tra Zagor e Cico.
E
lo si vede anche nell’albo di questo mese il numero 9 “Odio
Cieco”.
Fabio
Valdambrini, qui alla sua seconda prova sul personaggio dopo l’episodio
d’esordio, si dimostra ancora più a suo agio con il personaggio e
realizza un’ottima prova. Bruno Enna costruisce una sceneggiatura
solida e convincente, che si apre al presente facendoci vedere il
nostro eroe in pericolo, per poi con un flashback lungo tutto l’albo
farci vedere come siamo arrivati a quel punto.
Fabio Valdambrini realizzò la copertina di Dime Press n. 10, nel lontano 1995. |
Una
donna navajo è morta in circostanze misteriose mentre era ricoverata
in una clinica e il suo cadavere è scomparso. Il marito, un uomo
violento e con numerosi precedenti, accusa la multinazionale che
estrae l’uranio vicino alla riserva, la Rockwell, di aver ucciso la
moglie, mentre nella riserva la mancata sepoltura del cadavere
alimenta vecchie credenze popolari. Thorn e Kai seguono più piste
finché non scoprono che le scorie della fabbrica hanno contaminato
la falda acquifera. Questo porta il lettore a credere che la donna
sia morta per questo. La verità però è un’altra e per certi
versi è ancora più triste. La donna era incinta di un uomo che non
amava più e che non avrebbe lasciato solo per rispetto della
famiglia. Cosi aveva deciso di abortire ed erano state le conseguenze
di quel gesto a ucciderla. Il marito, scoperta la tragica verità,
tenta di uccidersi, ma Saguaro glielo impedisce perché non può
permettegli di cavarsela cosi. Nell’albo viene affrontato anche
il tema - ricorrente nella serie - delle tensioni sociali tra
bianchi e rossi, violenza che scoppierà in città e causerà un
morto.
Buona
anche la copertina di Davide Furnò, anche se la posizione con cui
Saguaro si aggrappa alla montagna non convince del tutto e non si
spiega il perché il pellerossa tenga la pistola con la sinistra quando
Jack è destro. Ma non è la prima volta che succede su un albo
Bonelli...
La copertina di Saguaro n. 9, febbraio 2013. Disegno di Furnò. |
Saguaro 9
ODIO CIECO
Febbraio 2013
pagg.
100,
€ 2,90
Testi: Bruno Enna
Disegni: Fabio Valdambrini
Rubriche: Gianmaria Contro
Copertina: Davide Furnò