mercoledì 11 agosto 2021

L’EVOLUZIONE DELLA SPECIE: GENERAZIONE X DI CRISTIANO "CRYX" CORSANI

La cover del libro disponibile su Amazon

                          

Recensione di Andrea Cantucci



Cogliamo l'occasione dell'uscita del libro di Cristiano Cryx Corsani, L'evoluzione della specie: generazione X, per riproporre la recensione che pubblicammo a suo tempo della prima edizione.
I fumetti autobiografici che al tempo stesso raccontano i mutamenti della società non sono una cosa nuova. Si tratta di un filone inaugurato con spietato sarcasmo auto-ironico da Robert Crumb e che oggi prosegue in romanzi a fumetti anche di autori italiani, come Gipi o Davide Reviati. La storia “L’Evoluzione della Specie: Generazione X” del fiorentino Cristiano Corsani, in arte Cryx, raccolta in un volume autoprodotto da Amazon, rispetto ai precedenti suddetti ha evidentemente minori ambizioni poetiche ma anche per questo si presta a una lettura molto più leggera, disimpegnata e divertente.




In cento pagine divise in tredici brevi capitoli e un fulminante epilogo, Cryx, che appartiene alla generazione degli attuali ultraquarantenni, racconta con simpatica auto-ironia la sua vita di precoce appassionato di informatica, che, dopo averne fatto bene o male il proprio lavoro, giunge a un tardivo rigetto verso la tecnologia, anche per la sempre più rapida evoluzione digitale degli ultimi anni, che oltre a enormi possibilità e vantaggi porta con sé anche qualche evidente rischio di progressiva alienazione rispetto al mondo reale.



Visto che di episodio in episodio vengono in pratica riassunti i primi cinquant'anni dell’autore, questo di Cryx va senz’altro considerato a sua volta come un vero e proprio romanzo a fumetti (o graphic novel come si dice negli USA…). La principale ragione di interesse del libro sta nel fatto di essere riuscito a esprimere scherzosamente, attraverso personali disavventure informatiche e non, anche l’evoluzione di un’intera società, irreversibilmente trasformata dagli ormai irrinunciabili rapporti quotidiani con le nuove tecnologie.


La cosiddetta evoluzione della specie umana qui non consiste in mutazioni fisiche o in progressi cognitivi, ma nel passare dai dischi in vinile alle musicassette, dal cinema ai videoregistratori, dai primi personal computer ai portatili, dai primi programmi in basic a Internet, dai telefoni fissi ai cellulari, dai pc con tavoletta grafica alle postazioni da disegno digitali (che ancora non tutti possono permettersi…). Insomma si tratta di una continua e incalzante evoluzione dei soli mezzi elettronici, ma con cui è sempre più difficile stare al passo.



I limiti delle nostre capacità di adattamento e il conseguente amore/odio verso il progresso tecnico sono ben sintetizzati, a metà del libro, da una lunga e scherzosa citazione dello scrittore di fantascienza Douglas Adams: “Tutto quello che si trova nel mondo alla tua nascita è dato per scontato. Tutto quello che viene inventato tra la tua nascita e i tuoi trent’anni è incredibilmente vitale e creativo (…). Tutto quello che viene inventato dopo i tuoi trent’anni è un’offesa all’ordine naturale delle cose (…). ” In questo crescendo inevitabilmente negativo si svolgono i vari momenti della vita di Cryx, ma anche di tutti noi, man mano che invecchiamo sempre meno capaci di adattarci a un mondo che al contrario cambia sempre più velocemente.



È facile identificarsi con l’autore-protagonista de “L’Evoluzione della Specie: Generazione X”, non solo per coloro che sono stati spesso etichettati come nerd, quelli insomma che hanno sempre passato gran parte del loro tempo tra computers e videogiochi, ma anche per tutti gli altri. Infatti lo spietato avanzare del progresso, che ci rende la vita al tempo stesso più facile e più complicata, sta ormai costringendo una consistente parte dell’Umanità a vivere sempre di più nel mondo virtuale condiviso e sempre di meno in quello fisico reale. Così si possono creare anche delle situazioni paradossali, come la fantomatica ricerca in rete di possibili partner sessuali da parte di chi ha ben poche altre occasioni di conoscere persone dell’altro sesso, una ricerca i cui ovvi rischi sono qui ben evidenziati con la stessa sdrammatizzante verve umoristica che permea tutto il volume.


Pur senza mai rappresentare nulla di troppo spinto o esplicito, a quanto pare Cryx non teme di mettere in piazza con le opportune esagerazioni caricaturali tutto quello che può far ridere della sua vita privata, in cui possiamo facilmente vedere riflessa quella ormai altrettanto paradossale e un po’ alienata di quasi tutti noi.
Dopo aver descritto le sue prime esperienze amorose, con una ragazzina con cui non poteva funzionare visto che lei odiava i videogiochi, l’unica cosa che l’autore sceglie legittimamente di omettere e tenersi solo per sé è l’evoluzione del rapporto sentimentale con colei che diventa sua moglie e che gli dà tre figlie. Tale svolta nella sua vita di giovane nerd, come sempre succede, lo costringe al compromesso di un lavoro che non è proprio quello che avrebbe voluto fare, un altro elemento che contribuisce a portarlo alla sua ribellione almeno teorica e parziale contro la tecnologia e al suo tardivo ritorno alla passione del disegno e dei fumetti.



Possiamo quindi dire che non tutto il male viene per nuocere. Se Cryx non avesse vissuto tanti guai che premevano in lui per essere raccontati e se non avesse avuto una sua crisi di motivazione da superare, non avremmo mai potuto divertirci a leggere il suo “L’Evoluzione della Specie: Generazione X”, che forse non entrerà proprio nell’Olimpo dei massimi fumetti di tutti i tempi ma nel suo piccolo è un’opera comica molto ben riuscita e che soprattutto appare davvero sincera, in un’epoca in cui tanti si immergono nelle fiction per dimenticare le proprie frustrazioni quotidiane, senza riuscire a guardarle in faccia e ad affrontarle come fa Cryx. Oltre a farci sorridere dei suoi guai, tra una scena fantozziana e l’altra riesce quindi anche a farci riflettere un po’ su noi stessi e sulla direzione che come specie stiamo dando alla nostra cosiddetta evoluzione.
Completano questa nuova edizione una prefazione firmata dal "socio" di Cryx Filippo Pieri, con il quale ha realizzato il primo e (prossimamente) secondo volume di Viviane l'infermiera e la serie The Flippies, pubblicata sulla rivista Sbam! comics e una postfazione in quarta di copertina realizzata da Valeio Porcu.

L'EVOLUZIONE DELLA SPECIE: GENERAZIONE X
Editore: Amazon KDP (8 luglio 2021)
Testi, disegni e copertina: Cristiano Cryx Corsani
Prefazione: Filippo Pieri
Postfazione: Valerio Porcu
Ebook: 3.00 euro
Copertina flessibile 5.00 euro
Copertina rigida: 11 euro




sabato 7 agosto 2021

L’OSCURA ORIGINE DELLA TENEBROSA SAGOMA DI BATMAN Parte 2: E se “il Più Grande Detective” fosse nato da demoni e fuorilegge?


Batman disegnato in una posa alla Zorro da David Mazzucchelli
 per una copertina di Batman Year One



Leggere divagazioni tra le nuvole di Andrea Cantucci



“Come un pipistrello, sceglie le ore della notte per il suo lavoro (…);

come un pipistrello, colpisce e scompare, repentinamente,silenziosamente”

dal romanzo The Bat di Rinehart e Hopwood (1926)

Disegno tratto da una pubblicità del film The Bat (1926)


Nella Parte 1, si è parlato dei precursori di Batman nelle storie illustrate britanniche tra ‘800 e inizi ‘900. Ora vedremo quelli teatrali e cinematografici tra fine ‘800 e anni 1930. I film furono grandi fonti d’ispirazione, essendo lo scrittore Bill Finger, co-creatore di Batman, un cinefilo che spesso ne forniva le foto a Bob Kane.

Manifesto svedese del film tedesco Die Fledermaus (1923)

Si parla già d’un certo costume da pipistrello nell’operetta del 1874 “Die Fledermaus” (Il Pipistrello, appunto) di Johann Strauss, ma nello spettacolo l’abito non era mostrato, e neanche nel film tedesco che ne fu tratto nel 1923. Il costume appare però su un poster svedese del film, addosso… a un bonario antenato di Batman.

1878 e 1946 - i colori dei costumi di Mefistofele
si ritrovano nei primi Batman usciti in Italia

Pure mantello e corna del diavolo Mefistofele ne anticiparono vagamente l’aspetto, in tragedie e opere liriche su Faust, benché spesso il costume fosse rosso. D’altronde la prima idea di Bob Kane fu un Bat-man vestito di rosso (vedi Parte 1) e di rosso sarebbe stato colorato in Italia dal 1946, coi nomi Ala d’Acciaio, Fantasma o Pipistrello, fino al 1966, quando ormai da 8 anni anche da noi era Batman (si deve certo al film di quell’anno, sui cui poster nostrani la tuta era ancora rossa, se ne uscì in Italia la prima serie regolare, con i colori giusti).

1886 - l'attore Henry Irving come Mefistofele e
due Batman di colore diverso (1950 e 1957)

L’attore inglese Henry Irving interpretò Mefistofele nel “Faust” tra 1885 e inizi ‘900, con calzamaglie e cappe dalle “orecchie” simili a corna che lo rendevano già un antesignano di Batman, maschera e colore a parte, ma in fondo anche in un albo americano del 1957 sarebbe capitato che Batman portasse un costume rosso…
1896 - disegno e fotogramma di Mefistofele
nel film Le Manoir du Diable di Méliès


Invece il Mefistofele del film di Georges Méliès del 1896 “Le Manoir du Diable” (Il Maniero del Diavolo), che cambia da pipistrello a essere umano, indossa proprio una cappa nera a forma di ali e un cappuccio cornuto.
1903 - Mefistofele nel film Faust aux Enfers e Batman in film (1989),
 cartoon (1993) e illustrazione (2020)

E in un altro film di Méliès, “Faust aux Enfers” (Faust all’Inferno), si vede Mefistofele aprire le sue due grandi ali di pipistrello, esattamente come farà col suo mantello l’attore Michael Keaton nel film “Batman” del 1989.
1908 - l'attore Beerbohm Tree come Mefistofele e
il costume aliante di Batman (1945-1950-1963)

Imitava le ali di un pipistrello anche la veste con cui l’attore inglese Beerbohm Tree interpretò Mefistofele a teatro nel 1908 e, sarà un caso, ma era simile alla tuta-aliante che Batman indosserà varie volte dal 1945.
1908 - l'attore Beerbohm Tree come Mefistofele e
Robert Lowery come Batman (1949)

Probabilmente è un caso anche che una foto di Tree vestito da Mefistofele anticipasse vagamente una posa analoga di Robert Lowery, l’attore che nel 1949 avrebbe interpretato Batman nel 2° serial cinematografico.
1908 e 1926 - il cantante Fedor Saljapin e
l'attore Emil Jannings, nel ruolo di Mefistofele

Si avvolsero poi in lunghi mantelli scuri da Mefistofele sia il cantante lirico russo Fëdor Šaljapin, nelle opere in cui l’interpretò tra 1900 e 1920, che l’attore Emil Jannings nel film “Faust” di Friedrich Murnau del 1926.

1926 - il Mefistofele del Faust di Murnau e
 tre copertine di Batman (1939-1970-2006)

In una scena di questo film, Mefistofele è un’enorme tenebrosa figura cornuta con immense ali di pipistrello, che sovrasta un paese oscurando la luce del Sole. Allo stesso modo, un gigantesco Batman con alle spalle la Luna incomberà su un castello in una copertina del 1939, citata poi anche in altri due albi, nel 1970 e 2006.

Accanita satira anticlericale del giornale francese La Lanterne (1902)

Ma una scena simile era apparsa molto prima in un poster satirico. Come visto nella Parte 1, anche i vampiri e i loro imitatori anticiparono in parte il look di Batman. Nelle vignette satiriche erano usati per denigrare gli avversari almeno dal 1885 e, in un poster francese del 1902 della rivista repubblicana“La Lanterne”, la veste nera del clero divenne quella di un enorme vampiro con mantello e “corna”, facendone… un prete-Batman.

Aderente tuta da donna-pipistrello dal 2°episodio del serial Les Vampires (1915)

Indossò un abito simile anche l’attrice Musidora, nel 2° episodio del serial di Louis Feuillade del 1915 “Les Vampires”, in cui interpreta la vamp Irma Vep, leader di una banda di ladri, che danza vestita da pipistrello.

Affinità tra Irma Vep (1915) e il Batman del 1°episodio (1939)

In tale scena, il suo costume con le ali sagomate e il cappuccio orecchiuto ricorda già abbastanza da vicino il futuro Batman, a parte la tuta più scura, le orecchie più tondeggianti e l’assenza di maschera sugli occhi.

Agili pose di Irma Vep (1915) e Tarzan (1929)
a confronto con Batman (1939-1940)


Confrontando i primi disegni di Batman con Irma, qualche posizione dei mantelli corrisponde abbastanza, ma in una delle pose più ricorrenti le “ali” appaiono aggiunte alla postura di un Tarzan di Harold Foster del 1929.

All Story Weekly con una puntata del 1°romanzo di Zorro (1919)

Il precursore più evidente di Batman, come giustiziere mascherato dal ricco alter ego, fu Zorro (cioè Volpe in spagnolo), creato da Johnston McCulley nel romanzo del 1919 “The Curse of Capistrano” (La Maledizione di Capistrano), uscito a puntate su ”All-Story Weekly”. Si ispirava a veri banditi messicani, con l’identità segreta da nobile indolente derivata dai romanzi di“The Scarlet Pimpernel” (La Primula Rossa) di Emmuska Orczy.

Alla faccia della varietà, diversi costumi di Zorro in copertine uscite tra 1920 e 1935

Sulla 1a copertina il mantello di Zorro è blu, come sarà quello di Batman, ma nel testo si dice poi che è viola e sulle copertine dei libri continuerà a non avere un unico costume preciso, almeno per un paio di decenni.

Alla maniera del West, The Masked Rider (1919) e Zorro (1920)

È nel film di Fred Niblo del 1920 ”The Mark of Zorro” (Il Segno di Zorro), tratto dal 1° romanzo, che apparve con un costume scuro (sulle locandine colorato di blu o marrone), ispirato a quello del personaggio western incappucciato di un serial cinematografico del 1919, intitolato ”The Masked Rider” (Il Cavaliere Mascherato).

Appassionanti duelli in The Mark of Zorro (1920 e 1940) e in Batman (1941)


Entrambi i creatori di Batman citarono come ispirazioni Zorro e l’attore Douglas Fairbanks che l’interpretò nel film del 1920, da lui stesso sceneggiato, dal quale l’idea delle acrobazie su una fune influenzò per primo Bob Kane, che la inserì già nel bozzetto della sua prima versione di Batman, presto accantonata (vedi Parte 1).

Alla maniera di Zorro (1920) sale con la fune anche Batman (1939)

Quel film potrebbe aver ispirato anche il cappuccio che copre solo la metà superiore della testa, suggerito da Finger, ma il cupo Batman iniziale diventerà più allegro, e sorridente come Fairbanks, solo dopo un annetto.

Allegri sorrisi sotto i cappucci di Zorro (1920) e di Batman (1940-1941)

Zorro anticipa Batman pure nel modo di ripararsi col mantello, avvolgendolo al braccio e alzandolo sul volto. Poiché il 1° romanzo era pensato come una storia conclusa, alla fine Zorro svela la sua identità segreta e, in un certo senso, farà lo stesso anche Batman alla fine del 1° episodio del 1939, ma svelandosi solo ai lettori.
Alzano il mantello per ripararsi sia Zorro (1920) che Batman (1939-1999-2006)

In Zorro apparvero altri due dettagli anticipatori di Batman, presenti anche nella versione del 1904 dell’eroe inglese Spring-heeled Jack (vedi Parte 1), il fedele servitore e il covo sotterraneo. Il primo, l’indio sordomuto Bernardo, è presente nel 1° romanzo ma non nel 1° film (appare però nel successivo, “Don Q, Son of Zorro” del 1925), mentre il rifugio della Grotta dei Pipistrelli, a cui Zorro accede da un passaggio segreto nascosto in un orologio a pendolo, che al contrario è assente nel 1° romanzo, venne introdotto nel film del 1920.

Apertura segreta nell'orologio in The Mark of Zorro (1920)

Entrambi gli elementi in Batman sarebbero stati aggiunti nel 1° serial cinematografico del 1943 e in parallelo anche nei fumetti, così come nel 2° serial del 1949. Anche l’Uomo-Pipistrello avrebbe avuto così il suo fidato maggiordomo, Alfred, con cui condividere i suoi segreti, e un passaggio segreto dentro l’orologio a pendolo per raggiungere la sua Grotta dei Pipistrelli o, per dirla all’inglese… la Bat Cave, ovvero la Bat-Caverna.

Apertura segreta nell'orologio nei serial di Batman (1943-1949)
e nei fumetti (1943)

Il marchio della Z lasciato dalla spada di Zorro (come la S di Spring-heeled Jack nel 1904), ispirerà quelli degli anelli dell’eroe pulp The Spider e di Phantom, ma non avrà corrispondente nei fumetti di Batman. Però nel serial cinematografico del 1943, anche lui marchierà in fronte i criminali con il suo simbolo del pipistrello.


Apparizioni del marchio di Zorro (1920-1937) e di quello di Batman (1943)

E, tra un’acrobazia e l’altra, anche a Batman non mancheranno le occasioni per tirar di scherma come Zorro, ispirandosi forse anche al remake diretto nel 1940 da Rouben Mamoulian e interpretato da Tyrone Power.

Aquila Nera (1925) a confronto con due primi piani di Batman (1939 e 1971)

Il successo del 1° film di Zorro convinse McCulley a dedicargli altri racconti, la Grosset & Dunlap a rieditarne nel 1924 il 1° romanzo, col titolo e le foto del film, e i produttori di cinema a puntare sugli eroi mascherati.

Aquila posa col mantello al vento (1936) come Batman
in una recente immagine di Michael Stribling

Così nel film del 1925 “The Eagle” (L’Aquila), l’eroe perseguitato di un libro di Pushkin divenne il giustiziere Black Eagle (Aquila Nera), interpretato da Rodolfo Valentino, la cui maschera termina a punta sul naso a mo’ di becco come farà anche quella di Batman, con cui condivide gli inquietanti fori piccoli e stretti per gli occhi.

Aquila su un manifesto belga (1936) e Batman sulla copertina del n°43 (1947)

Un altro “Aquila” apparve poi nel 1936, nel serial western a episodi “The Vigilantes are Coming” (Arrivano i Vigilantes), in cui Robert Livingston interpretò un giustiziere vestito di nero con maschera e mantello detto appunto The Eagle, che per evidenti motivi di cassetta in alcuni paesi europei fu però spacciato per Zorro.

Ardimentoso Zorro sul manifesto svedese del film
 The Bold Caballero (1936)
Qui l’Aquila mette la maschera per vendicare la morte dei suoi familiari, proprio come farà Batman, e agisce contro i criminali per lo più di notte fingendosi una persona innocua durante il giorno, come Zorro e Batman.

Arrotolate alla cintura sia la fune di Zorro nel film The Bold Caballero (1936)
che del primo Batman (1939)

Robert Livingston interpretò anche Zorro, nel film a colori dello stesso anno”The Bold Caballero” (L’Audace Caballero), con un cappuccio nero su tutto il volto o, in altri momenti, una mascherina come il futuro Robin. Ma in un poster svedese ha un costume blu, con cappuccio fino al naso, che lo rende più simile a Batman.

Arte di lanciare il cappio nel film The Bold Caballero (1936)
 e in Batman (1939)

In un'altra locandina è messa ben in evidenza la corda arrotolata che porta appesa alla cintura, esattamente come farà agli inizi Batman con la bat-fune, che anche lui userà lanciandola come un lazo in modo analogo.

Avere una mitragliatrice in Zorro Rides Again (1937) e in Batman (1943)

Nel 1937 uscì il serial “Zorro Rides Again” (Zorro Cavalca Ancora), in cui il pronipote di Zorro interpretato da John Carroll agisce in un West più recente. Una mitragliatrice che usa non è troppo diversa da quella che immaginerà di usare anche Batman nel 1943, per difendere Gotham City da un’eventuale invasione nazista.


Avversari rudemente appesi a un filo in Zorro Rides Again (1937)
 e in Batman (1939

Anche qui Zorro ha una maschera su tutto il volto, ma non il mantello se non sui manifesti. Le sue armi sono ora due colt e una frusta portata alla cintura arrotolata come la corda del film dell’anno prima, che diventò la sua arma caratteristica, come la futura bat-fune di Batman usata agli inizi anche da lui come arma d’offesa.


Bat-annuncio e programma del dramma teatrale The Bat (1922)

Intanto un più moderno fuorilegge negativo era apparso nel dramma teatrale ”The Bat”, tratto nel 1920 da Mary Roberts Rinehart e Avery Hopwood dal libro del 1908 della stessa Rinehart “The Circular Staircase” (La Scala a Chiocciola), in cui un misterioso ladro uccide uno a uno dei rivali, già trasposto in un film nel 1915.


Bat-annuncio pubblicitario del dramma teatrale The Bat (1925)

La novità della versione teatrale fu che l’assassino di cui per gran parte del dramma s’intravede solo l’ombra, è ora detto Il Pipistrello (in inglese The Bat, appunto) ed è mascherato, benché solo con un fazzoletto nero.
Nelle pubblicità, il titolo dello spettacolo fu inoltre sovrastato o incorniciato da pipistrelli stilizzati, quasi degli antesignani del logo di Batman. E lo stesso vale per gli annunci in anteprima della versione cinematografica.
Bat-anteprima pubblicitaria del film The Bat (1925)

Infatti il successo fu tale che nel 1926 “The Bat” uscì sia sotto forma di romanzo che come film muto e certe aggiunte visive del film, diretto da Roland West, avrebbero poi fornito parecchie ispirazioni per Batman, visto che qui il Pipistrello ha un costume con mantello, lunghe orecchie, guanti e una sagoma molto caratteristica.

Bat-costume in ombra in 3 scene del film The Bat (1926)



Bat-effetti fumogeni nel film The Bat (1926) e in Batman, a fumetti (1939) e in film (1943)

Usa anche una fune per salire sui tetti, una borsa multiuso stile bat-cintura e dei fumogeni per nascondersi prima di apparire, tutti gadget che Batman avrebbe utilizzato a sua volta abitualmente fin dalle prime storie.

Bat-firma nel film The Bat (1926) e in Batman, a fumetti (1939) e in film (1943-1949)


E quando lascia dei messaggi scritti, più o meno minacciosi, the Bat li firma applicandovi in fondo un logo a forma di pipistrello, proprio come farà anche Batman diverse volte, per lo meno nei suoi primi fumetti e film.

Bat-segnale del film The Bat (1926)

Bat-segnale di Batman, nei fumetti (1942) e nei film (1943 e 1949)

Bill Finger dichiarò d’essersi ispirato proprio al film “The Bat” per l’ideazione del costume di Batman… e a quanto pare, anche per molti altri elementi delle sue storie. Nel film, appare perfino un perfetto equivalente del bat-segnale, che però qui è in realtà solo una falena proiettata da un fanale all’interno di una casa.

Bat-sguardo mascherato nel film The Bat (1926) e in Batman (1948)

Quello proiettato in cielo dalla polizia per chiamare Batman apparirà nei fumetti nel 1942 e in film nel 1949, ma nel 1° serial cinematografico del 1943, anche Robin usa un batsegnale in una casa a scopo intimidatorio.
Bat-testo del 2017 The First Bat Man, sul film The Bat del 1926

In fondo anche il Batman delle prime storie era un fuorilegge uccisore di criminali e, benché in “The Bat” la scura maschera del Pipistrello sia un muso grottesco, gli occhi chiari risaltano come quelli bianchi di Batman e anch’essa è modellata in modo da apparire un po’ aggrottata sulla fronte e leggermente adunca sul naso.


Bat-volo radente nella pubblicità del film The Bat (1926)
e in scene e copertine di Batman (1939-1949-1954-1957)

Non a caso nel 2017 è stato dedicato a “The Bat” il saggio di Kevin Scott Collier ”The First Bat Man” (Il Primo Uomo Pipistrello), con la dicitura “la pellicola che ispirò il crociato incappucciato dei fumetti di Bob Kane”.
Bat-volo umano nella pubblicità di The Bat (1926) e in
Batman, a fumetti (1958-1995) e in film (1992-2008)

Nelle pubblicità che annunciavano il film, l’assassino ha invece una mascherina e due grandi ali di pipistrello e in una sorvola una folla terrorizzandola, come farà anche Batman volando nel 1939 sul batgyro, precursore del batplano, o in albi successivi usando ali meccaniche o reali, come in due episodi intitolati entrambi “The Flying Batman” (Il Batman Volante) del 1949 e 1954, oppure in “The 1001 Inventions of Batman” del 1957.

Bizzarro uomo-pipistrello su una locandina del film The Bat Whispers (1930)

In quello e altri annunci, le ali di pipistrello aperte del criminale del film somigliano a certi alianti rigidi, detti bat-wing, che Batman userà dal 1958 nei fumetti e dal 1992 nei film, al posto della tuta-aliante precedente. Un altro ibrido umano-pipistrello è su una locandina del film “The Bat Whispers” (I Sussurri del Pipistrello), il remake sonoro di “The Bat” diretto da Roland West nel 1930, in cui la maschera grottesca dell’assassino è sostituita da un cappuccio. Bob Kane disse che era stato questo film, visto da ragazzino, a ispirargli Batman.

Cappuccio dell'assassino del film The Bat Whispers (1930) e di Batman (1940)

Ma qui il cappuccio del criminale è del tutto privo d’orecchie e, in base a ciò che è ormai noto sulla creazione di Batman (vedi Parte 1), è chiaro che l’idea d’ispirarsi al film originale del 1926 fu di Bill Finger, non di Kane.
Invece per l’inquietante copertina di Batman n°676 del 2008, l’illustratore Alex Ross si è chiaramente ispirato alla sfuggente ombra dell’assassino come appare in certe oscure inquadrature del film “The Bat Whispers”.

Ombra dell'assassino del film The Bat Whispers (1930) e
copertina di Alex Ross per Batman n°676 (2008)

E il Pipistrello non fu il solo personaggio negativo che ispirò i creatori di Batman. Dopo di lui esordì nei teatri un antieroe destinato a una fama ben più vasta e a cui l’Uomo-Pipistrello avrebbe dovuto altrettanto. In una pubblicità disegnata da Vernon Short nel 1927, c’era una maschera grottesca molto simile a quella del film di West del ‘26, ma con le orecchie a forma d’ali di pipistrello, e una citazione che diceva “Meglio di The Bat”.
Stava arrivando, a offuscarne la fama, una creatura della notte che non era un semplice essere umano in un costume e che affronteremo, esaminando come influenzò la figura di Batman… nella prossima bat-puntata.

Pubblicità del dramma teatrale Dracula (1927)
preceduta da 2 primi piani del film The Bat (1926)




(continua nella terza parte)

Qui la prima parte