giovedì 31 dicembre 2020

I GRANDI COMICI DEI COMICS (I) - QUINO, UN IMMORTALE UMORISTA UMANISTA, Seconda parte (1964-1973): Grandi speranze di una piccola contestatrice

 

Vite e opere dei maestri dell’umorismo disegnato 

a cura di Andrea Cantucci




“Quando ho inventato Mafalda, erano anni in cui sembrava che il mondo stesse per cambiare.


Non solo non è cambiato niente, ma tutto è peggiorato tantissimo.”

Quino, da un’intervista del 1994 

Autoritratto di Quino che disegna Mafalda



Nel 1964 tre strisce di prova di “Mafalda”, ideate da Quino senza fortuna l’anno precedente per un’agenzia pubblicitaria (come visto nella prima parte), escono sulla testata “Gregorio”, un supplemento umoristico della rivista “Leoplán” diretto da Miguel Brascó, il collega cartoonist che ha fatto da tramite tra l’agenzia e Quino. 

esempio di striscia di prova di Mafalda su Leoplàn (1964)

Lo stesso anno, il più importante settimanale argentino d’informazione di allora, “Primera Plana”, chiede a Quino una collaborazione che sia “satirica, ma non la solita vignetta” e lui ricicla l’idea di quella striscia, rivedendo l’aspetto dei personaggi e concentrandosi sulla bambina titolare della serie. Stavolta la proposta è accettata e le prime due strisce della produzione regolare escono il 29 settembre 1964. Mafalda appare sulla rivista al ritmo di due strip a numero fino al 9 marzo 1965, per poi interrompersi per una controversia legale. 

la prima striscia di Mafalda su Primera Plana (1964)

Questo primo breve ciclo ricorda fin troppo i “Peanuts” di Schulz, sia nell’aspetto grafico che nello stile delle battute, con una Mafalda un po’ arcigna simile alla scorbutica Lucy Van Pelt. Forse per questo Quino lo vede come un periodo di rodaggio e non lo includerà nelle raccolte in volume, benché vi esordiscano fin dall’inizio i genitori piccolo-borghesi di Mafalda, seguiti a inizio 1965 dal suo distratto e svogliato amico Felipe. 

Mafalda e la pigrizia congenita di Felipe (1965)

È dal 15 marzo 1965, col passaggio da “Primera Plana” al quotidiano “El Mundo” di Buenos Aires, che inizia la produzione di Mafalda oggi famosa in tutto mondo, di cui su questa testata escono a ritmo giornaliero sei strisce alla settimana per quasi tre anni. Dopo una decina di giorni appare un altro amico di Mafalda, Manuel Goreiro, detto Manolito, un piccolo aspirante capitalista, per molti versi ottuso ma dotato di senso pratico. 

Mafalda gioca al governo (1965)

In una dozzina tra le prime strisce, Mafalda e i suoi amici Felipe e Manolito giocano al governo, con allusioni politiche evidenti, e almeno metà di esse (tra cui una in cui Mafalda accenna a certi “colonnelli”…) saranno poi escluse dalla numerazione ufficiale e dalle ristampe in volume… e non sono le sole a essere accantonate. 

Mafalda ha per amica la superficiale Susanita (1965)

Dopo tre mesi si aggiunge ai comprimari la superficiale e conservatrice Susana Chirusi, detta Susanita, e a inizio 1966 il sensibile Miguel Pitti, detto Miguelito, un bambino d’origine italiana conosciuto al mare durante l’estate, che nelle strisce di Mafalda segue il Capodanno poiché in Sud-America cade tra gennaio e marzo. 

Mafalda incontra Miguelito (1966)

Mafalda mette in discussione, con candore e arguzia, le ipocrisie e le ingiustizie su cui si basa la società degli adulti, ovvero le contraddizioni dell’egoistico mondo capitalista che la circonda. Critica sia l’eccessivo divario tra ricchi e poveri che i regimi dittatoriali d’ogni colore, due mali particolarmente sentiti nel suo paese. 

Mafalda preoccupata per il mondo (1966)

I fumetti di questa bambina, che fa domande scomode su tutto e non esita a farsi sentire, sono presto ripresi anche da molti quotidiani di altre città e iniziano a diffondersi a livello nazionale. La serie si svolge in una cittadina argentina in cui può riconoscersi qualunque paese latino e le idee sono ispirate “dai giornali, dalle pagine di politica e di costume”, ma anche dalle esperienze di un autore dotato di notevole auto-ironia. 

Mafalda sfegatata fan dei Beatles (1966)

La praticità affaristica di Manolito (garzone nella drogheria di suo padre don Manolo) può essere ispirata al padre di Quino, che era impiegato di commercio. Infatti è il personaggio che l’autore ama di più insieme al poetico Miguelito. L’insofferenza verso la scuola del sognatore Felipe, timidissimo con le belle ragazze, deriva certo dalle angosce d’infanzia vissute da Quino. E appartiene a lui anche la passione per i Beatles di Mafalda e i suoi amici, tranne il reazionario Manolito, perché “allora rappresentavano una speranza di cambiamento”. 

Mafalda si cura del mondo nel suo primo libro (Argentina,1966)


Intanto un piccolo editore di Buenos Aires, Jorge Álvarez, gli propone di raccogliere in volumi le strisce di Mafalda e la prima edizione di 5000 copie del primo libro, uscito a fine 1966, va esaurita in due settimane. Seguiranno altri 9 volumi che, in una decina d’anni, venderanno in totale qualcosa come 5 milioni di copie. 

Mafalda si dà al canto di protesta (1968)

Ma i contenuti progressisti della strip (pacifismo e antimilitarismo, antifascismo e giustizia sociale, ecologia e femminismo…) sostenuti da Mafalda, che ogni giorno spera che il mondo cambi in meglio, se possono essere espressi in modo esplicito sulle situazioni internazionali, non possono esserlo altrettanto sulla politica interna. 

Mafalda si oppone all'imposizione della minestra (1969)

Soprattutto dopo il golpe militare del 1966, su certe cose in Argentina non si può scherzare e Quino deve auto-censurarsi. Ma il suo disgusto per la situazione politica del paese è rappresentato dalla minestra odiata da Mafalda, che anche lui rifiutava da piccolo e che, come dichiarerà poi, “è metafora del militarismo”. 

piccoli propositi di Mafalda per il 1969

A un certo punto, i genitori di Mafalda le annunciano la prossima nascita di un fratellino, ma prima del lieto evento, il 22 dicembre 1967 il quotidiano “El Mundo” chiude per fallimento. Quino concede quindi l’esclusiva della sua striscia a un’altra testata, il popolare settimanale “Siete Días Ilustrados”, che pubblicava già le sue tavole autoconclusive e che, dal 2 giugno 1968, ospita in ogni numero anche quattro strisce di Mafalda. 

primo moto di ribellione del fratellino di Mafalda (1969)

La serie è ormai un grande successo e esce anche su giornali di altri stati sudamericani (ma sarà vietata nel Cile oppresso dal fascismo di Pinochet, così come nella Bolivia di Barrientos). Intanto, mentre la strip non era pubblicata, è nato il fratellino di Mafalda, Guille (diminutivo di Guillermo, ribattezzato in Italia Nando), che Quino introduce neonato nel nuovo corso ed è l’occasione per ironizzare sui conflitti generazionali del 1968. 

primo volume italiano di Mafalda (1969)

Quell’anno l’Italia è il primo paese europeo, e l’italiano la prima lingua, in cui la serie è tradotta, quando una trentina di strisce sono incluse col titolo “Mafalda la Contestataria” in un’antologia di testi e disegni umoristici di Feltrinelli, “Il Libro dei Bambini Terribili per Adulti Masochisti”, a cura di Marcelo Ravoni e Valerio Riva. 

primo volume italiano in cui appare Libertad (1972)

Umberto Eco, folgorato dal personaggio, chiede a Bompiani di acquistarne i diritti e nel 1969 ne cura il primo libro in italiano, che è anche il primo in Europa, mantenendo come titolo “Mafalda la Contestataria” e definendola nell’introduzione “un eroe del nostro tempo”. Dall’anno seguente Mafalda esce ogni giorno su “Paese Sera”, mentre la Bompiani ne prosegue l’edizione italiana in volumi, sempre tradotti da Marcelo Ravoni. In pochi anni le sue strisce appaiono su molti altri quotidiani e periodici italiani, da “Il Giorno” a “Il Messaggero”, da “Tempo” a “Grazia”, da “Segretissimo” a una consistente presenza sulla rivista “Il Mago”. 

principi dell'uguaglianza secondo Libertad (1971)

Al cast della strip si aggiunge nel 1970 un ultimo personaggio, la piccola Libertad (Libertà), la cui minuscola statura è la chiara metafora di quanta libertà ci sia e che, figlia di genitori di sinistra, mette tutti in imbarazzo ripetendo con disincantato candore le idee socialiste ascoltate in famiglia, soprattutto dal suo papà. Col suo nome emblematico è il personaggio più intellettuale e aggressivo, portatrice di precisi ideali politici e utopie. 

sigla dei primi cartoni animati di Mafalda (1973)

Tra 1970 e ‘72 Mafalda inizia a essere pubblicata anche in Spagna (dov’è vietata ai minori dal regime fascista di Francisco Franco), in Portogallo, in Brasile, in Australia, Israele, Francia, Scandinavia e Germania… e inizia la produzione europea di merchandising coi personaggi della serie su poster, quaderni, biglietti d’auguri… 

ultima striscia di Mafalda (25 giugno 1973)

Intanto, dopo anni di resistenze, Quino si accorda con la Daniel Mallo Producciones di Buenos Aires per la realizzazione di una serie di cartoni animati a colori di Mafalda diretti da Jorge Martin, in arte Catù: 206 corti di un minuto, ognuno liberamente ispirato a una striscia, trasmessi dalla TV argentina dal 1973 (in Italia sul Primo Canale RAI dal 1974) e poi rimontati raggruppati per temi nel 1977, come 52 cartoni di 5 minuti l’uno. 

una completa prima serie dei libri di Mafalda (Argentina 1966-74)

Proprio in questo periodo, quando ha raggiunto un enorme successo internazionale, il 25 giugno 1973 Quino pubblica l’ultima striscia di Mafalda e smette di realizzarla, perché ormai stanco “di disegnare sempre gli stessi personaggi” e “di continuare a ripetere che il mondo funziona male…”, ovvero stressato dalla routine. 

una Mafalda circondata da bambini di tutto il mondo

Alla fine l’intera serie di Mafalda è composta da 2014 strisce, di cui 1929 raccolte in 10 volumetti editi in Argentina tra il 1966 e il 1974 da Jorge Álvarez e da Ediciones de La Flor, a cui si aggiungerà nel 1989 il volume “Mafalda Inédita”, con le strisce che in precedenza erano state accantonate. 

una scoperta sempre attuale sul cambiamento (1973)

Ma anche senza delle nuove strip, l’affetto per lei dei lettori di ogni paese non verrà mai meno. Le sue strisce saranno tradotte in oltre trenta lingue e i suoi cartoni animati, di cui vent’anni sarà prodotta una seconda serie, verranno trasmessi dalle TV di una ventina di paesi. Il fatto è che, poiché il mondo continua ad andare malissimo, è inevitabile che Mafalda rimanga sempre un fumetto di grandissima attualità. 

una vignetta di Mafalda su come va il mondo

Abbandonata Mafalda, Quino si concentra sulla sua produzione di vignette e tavole più libere e fantasiose, in cui dalla fine degli anni ‘60 introduce la parola e un maggiore uso di sequenze a fumetti. La seconda raccolta in volume, a inizio anni ’70, ha in Argentina un successo eccezionale e ne seguiranno molte altre, in cui l’autore continuerà a evidenziare e ridicolizzare, con la consueta acutezza, tutto ciò che non va nel mondo… 






(continua nella terza parte) 

Qui trovi la prima parte