martedì 26 gennaio 2021

GRANDI COMICI DEI COMICS (I) - QUINO, UN IMMORTALE UMORISTA UMANISTA, Terza parte (1972-1983): Come salvarsi la vita da una dittatura disegnando

 Vite e opere dei maestri dell’umorismo disegnato 

a cura di Andrea Cantucci

“Non credo alle mie illusioni ma non riesco ad abbandonarle.”

Quino

autoritratto di Quino

Il secondo volume di vignette e tavole di Quino uscito in Argentina nel 1972, “A mí no me grite!” (alla lettera “Con me non alzi la voce!”, ma pubblicato in Italia da Bompiani nel 1973 col titolo “Lei non sa chi sono io”), ha un tale riscontro immediato di vendite che l’anno dopo ne esce un terzo volume, “Yo que usted…” (“Io al suo posto…”), inedito da noi. Tra il suo primo libro di vignette e il secondo, erano invece trascorsi nove anni.

Bompiani,copertina del 1973 dell'edizione italiana di A mì no me grite


È chiaro che il successo internazionale di Mafalda ha attratto l’attenzione su di lui, aumentando la popolarità anche di tutti gli altri suoi lavori. Inoltre, nel periodo trascorso in gran parte a disegnare le strisce della sua creazione più famosa, il suo stile si è evoluto e affinato. Ora nelle vignette usa spesso graffianti dialoghi allusivi, nelle tavole padroneggia sempre meglio il linguaggio sequenziale a fumetti e risulta così sempre più efficace anche la sua capacità di evidenziare complessi, ipocrisie e compensazioni autoritarie della società.

cafkiana copertina del 1973 di Yo que usted...,edizione argentina


Senza assolvere nessuno, col tempo Quino evidenzia sempre di più i tanti aspetti di un mondo che non funziona e di cui a quanto pare non riesce proprio ad accettare passivamente le troppe storture e ingiustizie.

candida satira di Quino contro le dittature fasciste


Sia pure in modo generico e senza mai riferimenti a personaggi precisi, mette in ridicolo istituzioni e politici, burocrati e militari, ideologie e religioni, sistemi economici, educativi e sanitari. I soli e autentici valori che Quino difende sono l’umanità, la giustizia, i diritti umani, la possibilità per tutti di vivere una vita libera e felice, ed è per questo che il suo umorismo resta valido sempre e dovunque, in qualunque epoca o paese.

cene eleganti e conflitti sociali in un'illustrazione di Quino


Tanto è vero che da metà anni ’70 Mafalda inizia ad apparire anche in paesi asiatici, a partire dal Giappone e poi a Taiwan, mentre in Spagna e Italia le sue strisce sono riadattate anche in libri per bambini, editi da noi prima da Mondadori e poi da Fabbri. Nel caso della Spagna è significativo, perché negli anni del regime di Franco i volumi di Mafalda erano vietati ai minori, il ché non ne impedì il successo e la diffusione a livelli mai raggiunti da una strip comica straniera. Ma evidentemente, dopo la morte del dittatore nel 1975, la nuova apertura democratica inizia a rendere accessibile anche ai bambini un personaggio che parla di diritti umani.

cineseggiante Mafalda su un'edizione di Taiwan


Invece nel clima di reazione fascista dell’Argentina di allora, Quino rischia la vita anche solo per le idee di libertà e democrazia spesso espresse nel suo lavoro. Nell’autunno 1975 una squadraccia armata fa irruzione a casa sua per intimidirlo e una bomba viene collocata davanti alla sede dell’Editorial Abril, per cui lavora. 

coll'avanzata dell'estrema destra,Mafalda si preoccupa


Così, nel marzo 1976, quando un ennesimo golpe porta al potere il sanguinario regime del generale Videla, Quino lascia il paese insieme a sua moglie e si trasferisce in Italia, a Milano, per poi soggiornare anche a Barcellona, Madrid e Parigi, viaggiando per promuovere i suoi libri pure in Germania, Messico e Stati Uniti.

colpo di stato militare in una vignetta di Quino


Poco dopo torna brevemente a disegnare Mafalda su invito dell’UNICEF, in dieci vignette e un poster che illustrano la “Dichiarazione dei Diritti del Bambino”, col suo consueto umorismo provocatorio. E dopo l’esperienza dell’esilio a cui è stato costretto a ricorrere per salvarsi, è del tutto comprensibile che in una delle vignette faccia dire a Mafalda che il vaccino di cui ci sarebbe bisogno è quello “contro il dispotismo”. 

contro il dispotismo,una delle vignette di Quino per l'UNICEF


D'altronde, a parte le ennesime angosce inflittegli, tutto ciò che la dittatura ha ottenuto scacciandolo è stato di rendere più stretti i rapporti tra Quino e gli editori europei e di facilitare così la diffusione dei suoi lavori e dei suoi libri nel mondo. Infatti la sua nuova raccolta in volume del 1976 non esce solo in Argentina, ma è contemporaneamente pubblicata in Italia da Bompiani col titolo “Bene, grazie, e lei?”, in Spagna da Editorial Lumen col titolo originale ed equivalente “Bien, gracias.¿Y usted?”, in Germania da Stalling Verlag come “Der grösse Quino” (“Il grande Quino”) e in Francia da Glénat, due anni dopo, col titolo “Pas mal, et vous?”. 

copertina del 1976 di Bien,gracias.Y usted, edizione argentina


Nel 1977 Quino vince il Primo Premio al Salone Internazionale dell’Umorismo di Bordighera per dei disegni sul tema “La Burocrazia” e lo stesso anno un altro suo volume esce in Spagna, Messico e Argentina col titolo “Hombres de bolsillo” (“Uomini tascabili”), mentre in Italia la Bompiani lo intitola “Capirà, caro lei!”. Con tale titolo si perde però il riferimento al concetto di ”uomo da taschino”, come quello visibile in copertina, che pur cambiando fisionomia è l’ideale protagonista di molte vignette e tavole di Quino, un piccolo uomo con piccole aspirazioni prigioniero del suo piccolo mondo in balia di profittatori più grossi e spietati di lui. È un tipo in cui si può riconoscere gran parte dei lettori, a condizione di essere abbastanza onesti da volerlo ammettere… 

copertina del 1978 dell'edizione italiana tascabile di Hombres de bolsillo


In Italia la Bompiani pubblica poi, nel 1978, il volume di grande formato “Tutta Mafalda”, che ne raccoglie le 1929 strisce già apparse nella decina di libri precedenti, con in appendice le vignette disegnate per l’UNICEF, anticipando così il volume in spagnolo “Toda Mafalda”, che uscirà in Argentina e in Spagna solo nel 1992. 

copertina del 1978 di Tutta Mafalda


Sempre nel 1978 l’editore Stalling Verlag pubblica in Germania “Der kleine Quino” (“Il piccolo Quino”), mentre in spagnolo esce ”Gente en su sitio” (“Gente al suo posto”), edito in Italia da Mondadori l’anno dopo col titolo “Stai al tuo posto!”. Anche in questo libro si alternano tavole e vignette su temi molto vari: la vita di coppia, l’abbigliamento, la salute, i comizi, la viabilità, i viaggi, i naufragi, la burocrazia, il sesso, la morte, l’archeologia, gli affari, ecc., ecc. Tutto può essere usato da Quino per far riflettere sulla condizione umana. 

copertina del 1979 della edizione italiana di Gente en su sitio


Tra le tante testate periodiche internazionali che, tra gli anni ’70 e ’80 del ‘900, pubblicano regolarmente le tavole di Quino, troviamo in Italia “Panorama”, “L’Europeo”, “Il Mago” e “Eureka”, in Spagna “Triunfo” e “Por Favor”, in Francia “Paris-Match”, in Germania “Quick, Pardon”, in Svizzera “Tages Anzeiger” , in Messico “Excelsior”, in Argentina il settimanale “Siete Días Ilustrados” e la rivista domenicale del giornale “Clarín”. 

copertina del 1979 della rivista Il Mago con disegni di Quino


Se i primi libri di Quino avevano titoli vaghi e contenevano tavole su soggetti vari, con la sola costante della sua sottile e surreale ironia, all’inizio degli anni ’80, disponendo ormai di una vasta produzione, comincia a raggrupparle in base a singoli temi in una fortunata serie di volumi, puntualmente editi in Argentina da Ediciones de La Flor, in Spagna dall’Editorial Lumen, in Francia da Glénat e in Italia da Bompiani, a cura di Marcelo Ravoni, poco tempo dopo l’edizione in spagnolo. Nel 1980 esce così “A la buena mesa” (“Alle buone tavole”), in contemporanea in Argentina, Italia e Spagna. Il cibo e la cucina sono temi su cui Quino tornerà ancora, dato che si prestano a rappresentare anche istinti e appetiti umani meno sani del semplice nutrirsi. 

copertina del 1980 dell'edizione italiana di A la buena mesa


Nel 1981 esce invece “Ni arte ni parte” (“Né arte né parte”), suddiviso nei capitoli “Musica”, “Letteratura”, “Pittura” e “Scultura”, una raccolta edita in italiano da Bompiani l’anno seguente, che passando in rassegna varie forme d’arte fornisce un gustoso spaccato del mondo della creatività, con le sue mode e ipocrisie, e dei vari possibili destini degli artisti, di volta in volta isolati o assediati, frustrati o incensati, sfruttati o gratificati. 

copertina del 1982 dell'edizione italiana di Ni arte ni parte


Intanto Daniel Mallo, già responsabile dei cortometraggi a cartoni animati del più noto personaggio di Quino, ha prodotto un intero film animato di Mafalda di 75 minuti, diretto da Carlos D. Marquez su disegni di Alberto Cabado, distribuito in Argentina nel 1982 col titolo “Mafalda, la película” (“Mafalda, il film”) e in Spagna come “El Mundo de Mafalda” (“Il Mondo di Mafalda”), mentre in Italia si dovrà aspettare l’edizione in DVD. 

la locandina del film di Mafalda del 1982


L’anno seguente, nel 1983, esce il libro “Dejenme inventar” (“Lasciami inventare”, edito in Italia l’anno dopo da Mondadori col titolo “Fantasticherie”), che raccoglie le tavole di Quino sulle situazioni più anomale, surreali e strampalate, ambientate nello spazio astronomico o celeste, o vissute in luoghi esotici, o familiari, per esempio in una toilette, o davanti allo specchio, con personaggi come i soliti naufraghi o la classica Morte con la falce, che a volte fanno uso di strani oggetti o si servono soltanto della propria immaginazione. 

la versione italiana di Dejenme inventar,1984


Dieci anni dopo, i due libri di Quino pubblicati in Italia da Mondadori, “Stai al tuo posto!” e “Fantasticherie”, saranno ristampati insieme da Rizzoli, nel volume della BUR “Chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo?”. 

una ristampa di Quino in un volume della BUR del 1993


Intanto la fallita invasione argentina delle isole Falkland ha portato la giunta militare a dimettersi nel 1983 e Quino può infine tornare senza rischi nel suo paese, a Buenos Aires, anche se non lascerà mai del tutto l’Europa. Soprattutto non smetterà di creare i suoi fumetti profondi e fantasiosi e raccoglierli in sempre nuovi volumi, continuando così a evidenziare l’enorme distanza tra il mondo com’è e come vorremmo che fosse… 


vignetta di Quino sulle contraddizioni tra ideali e società

(continua nella quarta e ultima parte)

Qui trovi la prima parte e qui la seconda

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