sabato 10 giugno 2017

UN PICCOLO PASSO, LUNGO VENT'ANNI

A differenza di quello di Amstrong, che scendendo sulla luna fece "un piccolo passo per un uomo, un grande passo per l'umanità", esattamente venti anni fa, successe quello fu un piccolo ma importante passo per me, l'uscita del numero 16 di Dime Press. Al suo interno c'era il mio primo fumetto pubblicato. Niente d'importante quindi, la terra avrebbe continuato a girare lo stesso anche senza quella pubblicazione, ma voglio ricordare quel momento per quelli che seguono questo blog o forse solo per me stesso. Si trattava della parodia di Martin Mystere, presentata all'interno della rubrica Post office, curata da Francesco Manetti. Fu proprio quest'ultimo come ho già raccontato qui, che in un mio incontro alla libreria Mondi Paralleli di Prato, ebbe l'idea di suggerirmi di fare qualcosa in tema Bonelli, dopo aver visto i miei lavori di ritorno dal concorso per giovani autori di Prato. (tra l'altro quei lavori comprendevano la prima versione dei Pirati della Magnesia per la quale Manetti, molti anni dopo ha curato la prefazione chiudendo così un ipotetico cerchio)
la matita di Martin Riddle di Pieri & Ferretti pubblicato Dime Press 16


Allora pensai che fu il caso a farmi fermare lì quel giorno, anzichè proseguire dritto, ma oggi penso che quello che accade è frutto di quanto abbiamo dentro di noi. Le persone che incontriamo le cerchiamo. Quell'incontro quindi non fu frutto del caso, ma doveva succedere. Servì a darmi un pò  di consapevolezza nei miei mezzi e a continuare, nel tempo libero, a fare fumetti.

Il n°16 di Dime Press uscito nel Maggio del 1997

Purtroppo l'esperienza su Dime Press si esaurì velocemente, e dovettero passare molti anni prima che una nuova parodia fosse pubblicata. L'occasione nacque con il blog Dime Web, erede elettronico di Dime Press, che dapprima pubblicò le parodie rimaste nel cassetto, e successivamente le nuove parodie create appositamente per i quaderni bonelliani.

La versione finale di Martin Riddle apparsa su Sbam! Comics 23

La terza e definitiva impostazione delle nostre parodie coincise con il numero 600 di Zagor, uno dei miei fumetti preferiti. In vista dell'anniversario, previsto per Luglio 2015, proposi a Sbam Comics una nuova versione, più lunga e a colori, della parodia dello Spirito con la Scure pubblicata su Dime Press anni prima. La parodia piacque al direttore, e contrariamente ad ogni previsione, fu solo la prima di una serie che continua ininterrotta da allora ogni due mesi, su Sbam! Comics

Il n°22 di Sbam! Comics contenente la parodia di Zagor


Abbiamo bonariamente preso in giro Zagor, Martin Mystere, Dylan Dog, Magico Vento, Morgan Lost, Nick Raider, Nathan Never, Mister No, Tex, Brendon, Ken Parker (oltre a il Comandante Mark, Saguaro e Lukas)
Ma la prima caricatura di Martin Mystere resta quella a cui siamo più affezionati e quella più ripresa in rete sia da Ayms (associazione culturale amici di Martin Mystere) sul loro bollettino n°25 https://www.scribd.com/document/289675560/Il-Bollettino-Di-Amys-Nr-25-2015 sia da Agarthi, il forum di Martin Mystere http://agarthi.forumfree.it/?t=20244163, che ne ha palato in un suo tread.


Il piccolo passo di Amstrong


martedì 6 giugno 2017

FUMETTI A COLAZIONE (VII): ANCHE I PROGRAMMATORI PIANGONO

Recensione di UN GIORNO DA SISTEMISTA di Cryx

di Kant

La cover del nuovo libro di Cryx in vendita su Amazon

Ecco che nel 2017 il cartoonist-informatico Cryx, al secolo Cristiano Corsani di Firenze, ci riprova pubblicando (in proprio e col sistema della stampa su richiesta) un secondo volume a fumetti dopo il divertente “L’Evoluzione della Specie” da noi già recensito. Tono e stile di testi e disegni sono sempre spassosamente umoristici e l’argomento è ancora la sua vita di esperto informatico, anche se, come per tanti altri, il suo impiego fisso in una piccola ditta non può dargli le soddisfazioni sognate in gioventù. Come dice il titolo del libro, “Un Giorno da Sistemista”, il suo compito è semplicemente di fare in modo che tutti i sistemi informatici, computer e connessioni di rete varie della sua azienda funzionino a dovere… Ebbene no, in questo caso il sistemista non è chi prova tutti i sistemi per vincere al totocalcio come potremmo pensare noi profani, quelli che l’autore, prendendo in prestito la terminologia delle storie del celebre maghetto Harry Potter, definisce babbani.

Cryx al lavoro

Chi sono i babbani? Le persone prive di poteri magici. E cosa c’è di più simile ad astrusi incantesimi, se non i funzionamenti delle moderne tecnologie che ci circondano? Per chi non è addentro alle loro meccaniche e ai loro sistemi, possono di certo apparire altrettanto misteriosi e incomprensibili, anche quando gli inesperti a digiuno di informatica sono delle persone che usano tutti i giorni da anni e anni computer e cellulari di ultima generazione e quant’altro di tecnologico sfornato freneticamente dal mercato. Il termine babbano, che in italiano sembra una via di mezzo tra babbeo e baggiano (tutti sinonimi di sciocco), può avere in effetti una certa sfumatura di ingenuo e tontolone… ed è chiaro che qui l’autore lo usa proprio per questo.
Insomma il giorno tipo di Cryx, da lui descritto in questa storia (già apparsa a puntate sul web magazine di tecnologia Tom’s Hardware Italia), lo vede alle prese non tanto con le sue effettive mansioni aziendali, ma soprattutto con tutti i colleghi, gli amici o i semplici conoscenti che lo assillano continuamente perché rimedi ai disastri da loro combinati, riparando i moderni marchingegni di cui tutti noi non sapremmo più fare a meno, ma di cui sembra che quasi nessuno tranne il “sistemista” comprenda realmente il funzionamento…


Neppure l’arrivo saltuario di uno stagista non pagato, che si intende di informatica quanto e più di lui, può essere visto dal protagonista come un conforto che lo sollevi almeno in parte dalle sue fatiche, ma anzi contribuisce a farne aumentare ancora di più lo stress quotidiano, visto che diventa un pericolo per il suo posto di lavoro, oltre che un’occasione per elencare ancora più dettagliatamente tutti i disagi della sua umile e assai poco gratificante professione, proprio allo scopo di scoraggiare il potenziale concorrente.
Dal punto di vista del linguaggio fumettistico, la differenza principale rispetto a “L’Origine della Specie” è qui la presenza massiccia e quasi costante del colore, com’è comprensibile per un fumetto realizzato per il web, con toni primari accesi da cartoon e qualche sfumatura appena più scura che cerca di suggerire le ombre dando un minimo di tridimensionalità ai volumi. Ma in fondo la storia sarebbe stata ugualmente gradevole ed efficace anche in bianco e nero, qui invece usato solo per distinguere dal resto due o tre scene visionarie.


Infatti Cryx fa largo uso di flashback e digressioni, spesso vere e proprie visioni oniriche dell’autore-personaggio, che anche qui mette ampiamente in gioco e in mostra la sua vita privata, in quello che non a caso definisce un reality comics, non nascondendo al lettore le proprie figuracce e rivelando al contrario come anche l’informatico più navigato possa avere fatali momenti di sbadataggine nel suo stesso settore.
Neppure Cryx insomma è del tutto immune alle debolezze e ingenuità che rimprovera agli altri e, in questo come in altri suoi fumetti, è anzi il primo bersaglio del proprio sarcasmo, cosicché nonostante le sue competenze professionali, la sua auto-ironia gli conferisce una dimensione paperinesca di cronico perdente che non può che far identificare e simpatizzare con lui il lettore. Nei suoi incubi ricorrenti può diventare un soldato meccanizzato stile Avatar preso di mira dal nemico, o vedersi aggredire nel sonno da un mostruoso virus che ha assunto forma fisica. Nei suoi sogni a occhi aperti in stile Walter Mitty può assumere le vesti di un secondo inascoltato su un vascello, o di un Tarzan seccato dagli scimmiotti bercianti che lo circondano.



Ma è soprattutto il fatto che il Cryx autore rappresenti il Cryx personaggio con tutti i suoi difetti, i suoi stress, i suoi guai e le sue arrabbiature, a rendere divertente la storia e il suo protagonista, in un racconto scorrevole e simpaticissimo, che non addentrandosi più di tanto in spiegazioni tecniche, risulta perfettamente comprensibile e apprezzabile anche per tutti noi babbani che non siamo troppo esperti di cose informatiche.
E oltre a essere un provetto programmatore e sistemista, al punto da permettersi di prendersi gioco delle ignoranze altrui in questo campo, Cryx se la cava molto bene anche col montaggio scenico dei suoi fumetti, dosando senza esagerare gli effetti speciali digitali e mantenendo per lo più uno stile grafico semplice e immediato. Nonostante ciò, a volte si prende qualche pericolosa libertà, per esempio nell’ordine dei balloons che spesso dispone dall’alto in basso anziché da sinistra a destra, o addirittura controsenso, eppure riesce a risultare ugualmente leggibile e chiaro guidando l’occhio del lettore con estemporanei escamotage grafici.
L’unica vignetta del volume in cui la giustapposizione tra parole e immagini non funziona, è la scena in cui Cryx parla con un giovane stagista che intanto se la svigna lentamente dalla porta. Purtroppo in quel caso mentre i molti balloons, pur zigzagando su e giù come al solito, vanno giustamente da sinistra a destra, le figure in successione del personaggio che si sposta vanno da destra a sinistra (come indicano anche i numeri inseriti dall’autore accanto a ognuna), quindi non possono mai combaciare coi testi che le sovrastano. Per raffigurare con efficacia un personaggio in più momenti consequenziali in una sola vignetta, sarebbe invece stato obbligatorio disporne il movimento nel senso di lettura, magari inquadrando la scena dal punto di vista opposto. Quindi almeno in un piccolo dettaglio, che comunque non rovina affatto il piacere e il divertimento complessivo della lettura del volume, se il sistemista Cryx non teme rivali, il Cryx fumettista al tempo di questa storia aveva qualche piccolo segreto del mestiere di cui doveva ancora appropriarsi completamente.


Ma come autore la direzione era già quella giusta, come dimostra la padronanza di Cryx in molti meccanismi alla base di un buon fumetto, dai passaggi analogici ai montaggi di scene alternate, dall’uso dei dettagli alle panoramiche dall’alto, dalla narrazione didascalica in prima persona alle ellissi narrative che non necessitano di spiegazioni. È anche un fumettista produttivo in modo costante, per uno che scrive e disegna nel tempo libero (le cinquantotto pagine di “Un Giorno da Sistemista” uscirono on line in ventotto puntate settimanali). Gli auguriamo quindi che in un non lontano “giorno da fumettista” possa diventare questa la sua nuova professione, anche perché la scena in cui Cryx si abbandona al pianto, per la disperazione di essere rimasto incastrato da anni a fare un lavoro che non ama, nella sua comicità risulta drammaticamente sincera…


Kant





Titolo: Un Giorno da Sistemista

Testi e disegni: Cryx

Formato: 68 pag. a colori

Data di impaginazione: 2017



Storia e volume si possono rintracciare e richiedere attraverso i seguenti siti:
Amazon
www.tomshw.it
www.cryx.it

venerdì 2 giugno 2017

PULP SCIENCE-FICTION CON SORPRESA

Recensione dell'albo MONDI PARALLELI di Francesco Manetti e Luciano Costarelli

di Andrea Cantucci


La matita della regular version dell'albo di Luciano Costarelli

Come spiega Moreno Burattini nella prefazione a questo pregevole albo auto-prodotto dagli autori in tiratura per ora limitatissima, quella delle microstorie di fantascienza basate non su lunghi svolgimenti avventurosi, ma su rapide conclusioni con finale a sorpresa, che sconvolge in qualche modo le premesse, è una tradizione che si impose definitivamente coi grandi scrittori della science-fiction sociologica degli anni ’50 e fu applicata anche nei fumetti a partire dagli albi antologici pubblicati negli stessi anni dall’editrice E.C. Comics e poi da molti altri editori che fiutarono la moda del momento, comprese D.C. Comics e Marvel. 

La straordinaria regular cover di Luciano Costarelli.

Il gioco consisteva nel rielaborare (in modo post-moderno, diremmo oggi) gli elementi più o meno ingenui di tanta space opera pulp dei decenni precedenti, aggiungendovi maggiore ironia e più consapevole spessore narrativo, andando oltre i banali conflitti tra presunti eroi e presunti malvagi e applicando al contesto fantascientifico moderno la struttura del racconto fantastico breve ad effetto, messa a punto oltre un secolo prima da autorevoli precursori letterari come E.T.A. Hoffmann o Edgar Allan Poe. In effetti già scrittori specializzati nella space opera più classica, come il creatore di Capitan Futuro Edmond Hamilton, si erano cimentati con successo nella confezione di racconti brevi di fantascienza ad effetto, almeno fin dall’inizio degli anni ’30 del ‘900. 

L'illustrazione del sommario di Luciano Costarelli

Sono ora i nostri valorosi Francesco Manetti e Luciano Costarelli a essersi cimentati nel genere sfidando il confronto con cotanta tradizione, che se in TV portò a un serial di successo come “The Twilight Zone” (Ai Confini della Realtà), nei fumetti U.S.A. finì un po’ per estinguersi negli anni ’70 per la concorrenza dovuta al revival dei super-eroi, anche se gli antologici dell’orrore, basati più sul terrore dell’irrazionale che sulle teorie pseudo-scientifiche, sopravvissero più a lungo grazie alla nascita di riviste per lettori maturi come Creepy. 

Incipit iniziale di una delle storie contenute nell'albo

Ma Francesco e Luciano nei loro fumetti restano per ora sulla lunghezza d’onda della più pura fantascienza, una fantascienza adulta ma anche abbastanza retrò da richiamare le tipiche storie di metà XX secolo, con alieni le cui orecchie non possono che essere a punta, dischi volanti il cui naufragio è regolarmente occultato dalle autorità militari e in generale con sottili misteri la cui soluzione, accuratamente preparata, dovrà necessariamente giungere con l’ultima scena e rivelarsi il più possibile inattesa e sconvolgente.

Incipit iniziale di una delle storie contenute nell'albo

È in questo contesto da “Confini della Realtà” che i loro “Mondi Paralleli” ci riportano, senza preoccuparsi troppo se negli ultimi decenni del ‘900, la fantascienza a fumetti si era fatta sempre più estrema, complessa e provocatoria, su riviste di vari paesi ormai a loro volta storiche come Metal Hurlant, Heavy Metal, 2000 A.D., 1984, Cimoc o L’Eternauta. Francesco e Luciano non sembrano aver preso troppo in considerazione quella pur affascinante nouvelle vague fumettistico-fantascientifica, caratterizzata dal surrealismo alla Moebius, dall’epica erotico-eroica alla Corben, dal misticismo alla Jodorowski o dall’impegno politico alla Bilal.

Incipit iniziale di una delle storie contenute nell'albo

I due si ispirano imperterriti soprattutto alla più solida, razionale e comprensibile fantascienza stile anni ’50 (un po’ come fece negli U.S.A. lo sceneggiatore Bruce Jones col suo albo antologico Alien Worlds uscito per breve tempo negli anni ’80). Solo un paio di racconti del loro “Mondi Paralleli” risultano un po’ più enigmatici degli altri anche dopo l’immancabile finale a sorpresa, lasciando al lettore l’interpretazione della breve vicenda, la scelta insomma se considerarla solo una sorta di sogno inspiegabile o qualcosa di più. Ma negli altri nove episodi la conclusione giunge puntuale a chiarire con esattezza di che cosa trattasse in realtà la storia, capovolgendo le sorti dei personaggi o la prospettiva da cui si osservavano le loro sorti, a volte fornendo spiegazioni fantasiose di eventi arcaici o di fatti storici recenti, o ancora immaginando futuri in cui ciò che conosciamo di più banale assume valenze inedite o viene ricreato e preservato artificialmente.

Dettaglio della storia Profondo nero.

Naturalmente non si possono analizzare qui nel dettaglio i singoli racconti, per non rovinare le varie sorprese a chi deve ancora leggerli. Possiamo dire però che, rifuggendo da qualunque banalità commerciale, sia i precisi testi di Francesco Manetti che gli accurati e realistici disegni di Luciano Costarelli si dimostrano ormai davvero a un ottimo livello professionale e il loro lavoro attuale sembra promettere una possibile brillante carriera nel settore, che appare particolarmente vicina a concretizzarsi nel caso del disegnatore, avendo quest’ultimo pubblicato anche diversi altri fumetti per vari piccoli editori nell’arco dei due anni in cui ha realizzato queste storie. Perlomeno è ciò che meriterebbero e che auguriamo a entrambi.

Immagine promozionale dell'albo apparsa sul blog DIME WEB

In realtà non si tratta certo di due ragazzi esordienti. In particolare Francesco Manetti non ha davvero bisogno di presentazioni, essendo un esperto del settore che ha collaborato in vario modo prima con una fanzine fiorentina e poi con molte importanti riviste professionali, pubblicazioni e iniziative sul fumetto, a partire dalla fine degli anni ’80. A quel periodo risale anche la sua collaborazione con Luciano Costarelli, iniziata sulla fanzine Collezionare con le prime versioni di un paio dei racconti di questa antologia, qui ridisegnati venticinque anni dopo da un Costarelli dal tratto fattosi intanto molto più maturo e dettagliato.
Due cartoline realizzate per le persone che hanno partecipato al crowdfounding

Se il loro primissimo episodio era tratto da un racconto di Fredric Brown, quelli realizzati da Francesco e Luciano in quest’ultimo paio d’anni e pubblicati sul sito Dime Web co-fondato da Manetti prima di essere riuniti in quest’albo, sono tutti farina del loro sacco e, oltre alla bravura del disegnatore dimostrano anche la notevole versatilità e fantasia dello sceneggiatore. È stato insomma un vero peccato che entrambi i giovani autori di allora fossero stati costretti a occuparsi di altre cose nell’ultimo quarto di secolo. Speriamo che ora possano recuperare il tempo perduto, regalandoci tante altre accattivanti storie come queste.

Variant cover dell'albo

Per adesso dobbiamo accontentarci del racconto conclusivo inedito, ovvero non pubblicato in precedenza su Internet, che ha lo stesso titolo dell’albo, “Mondi Paralleli”, e in cui gli autori si auto-citano cucendo insieme elementi dei loro racconti precedenti (nei quali per giunta ogni tanto citano qua e là dettagli di altre opere, fantascientifiche o meno). Con queste premesse e data la varietà di ambientazioni dei racconti in questione, quell’ultimo episodio rischiava di risultare un bel po’ forzato, di elencare insomma una serie di incongrue coincidenze perdendo di vista il proprio senso narrativo, invece ancora una volta il finale giunge puntuale nell’ultima pagina a spiegare l’intera vicenda, in modo forse non del tutto verosimile per il nostro mondo, ma pienamente soddisfacente per qualunque autentico fan della buona vecchia fantascienza di una volta…
Matita tratta dalla storia "Il grande scherzo" con dedica di Costarelli all'autore di questo blog.


Andrea Cantucci




Titolo: Mondi Paralleli

Testi: Francesco Manetti

Disegni: Luciano Costarelli

Formato: 68 pag. spillate in bianco e nero

Anno di stampa: 2017

La maggior parte dei singoli racconti e l’albo integrale possono essere rintracciati e richiesti tramite i siti
dimeweb.blogspot.it
lucianocostarelli.com