domenica 19 dicembre 2021

IL SECONDO ALBO SECONDO ME

vignetta appena inchiostrata da Cryx tratta dal secondo albo
con Prof, Principe, Macao e Novid alla ricerca dell'infermiera

Sono ormai passati quasi due mesi dall'uscita del secondo albo di Viviane l'infermiera e uno dei commenti più frequenti di chi l'ha letto, è stato notare che è diverso dal primo. Non peggiore o migliore ma strutturato in maniera diversa. Vediamo insieme di capire il perchè. 
Può sembrare un paradosso, ma in generale è più semplice realizzare il primo albo di una serie che il secondo. Nel caso di Viviane l'infermiera era il classico progetto che un autore (cioè io) ha nel cassetto per cui ho avuto molto tempo per pensarci. L'idea infatti risale al periodo in cui ho fatto il servizio civile e ho realmente frequentato case di riposo con dei vecchietti arzilli che si chiamavano appunto per soprannome anzichè per nome come nella nostra serie.

Primo piano della mano di Immacolata La Morte
la direttrice di Villa sfiorita. Matita di Cryx


Il progetto "Casa Nova" (titolo provvisorio di lavorazione) risale invece al 2017 quando Cristiano "Cryx" Corsani, che ha realizzato tutta la parte grafica, mi ha proposto di fare qualcosa insieme. Dunque il soggetto era già pronto nei minimi dettagli e andava deciso solo in che modo realizzarlo. Si optò per un webcomic strutturato come un telefilm dove ogni settimana usciva un episodio di due tavole alla francese che poteva essere letto autonomamente, ma che si inseriva in una continuity della storia. Il progetto incontrò il favore del pubblico e l'interesse di un editore, Sbam! Libri che ne realizzò una versione cartacea con l'inedito finale.

Pieri & Cryx nel 2017


Quando invece nel 2020 abbiamo cominciato a lavorare al secondo albo lo scenario era completamente cambiato. Sebbene avessi un'idea in mente, la storia era ancora da costruire. Abbandonato il webcomic avevamo adesso un editore alle spalle per cui abbiamo deciso, visto che ne avevamo la possibilità di cambiare e sperimentare qualcosa di diverso. 
Un romanzo grafico, un unica storia lunga con tanti personaggi tutti accumunati da un unico scopo: scoprire che fine ha fatto Viviane l'infermiera la protagonista della serie. E' un'avventura quindi umoristica ma anche di amicizia a tratti gialla, a tratti anche malinconica dove ne capitano di tutti i colori. Una storia ricca anche di citazioni dalla commedia all'italiana, da Amici Miei fino a Fracchia la belva umana. 
E' stata quindi la scelta giusta? Direi proprio di si, tant'è che il terzo albo, semmai si realizzerà, sarà ancora una volta così. Continuate a sostenerci e ci divertiremo ancora insieme.

Cover definitiva del secondo albo


venerdì 3 dicembre 2021

IL CAFFE' DEL GIOVEDI' DEDICATO A... VIVIANE L'INFERMIERA!



In diretta sulla pagina Facebook @SbamComics e sul canale YouTube Sbam! TV: IL CAFFE' DEL GIOVEDI' DI SBAM!, tutti i giovedì (appunto) normalmente alle 13, ma non stavolta: solo per oggi, siamo in diretta a mezzo pomeriggio, quasi... "Un thé con Sbam!".
Cercheremo di risolvere il mistero che – ne siamo certi – vi sta angustiando l'attesa delle Feste: dove è finita la dolce Viviane? Dopo il crollo (letteralmente) della casa di riposo dove prestava servizio, che fine avrà fatto l'infermiera più svampita di tutti i tempi? In collegamento con noi i valorosi Filippo Pieri e Cristiano Corsani, autori di “Sulle tracce di VIviane l'infermiera", e l'ospite specialissimo MORENO 'ZAGOR' BURATTINI!
Il video è visibile a questo link

giovedì 18 novembre 2021

CENT'ANNI DI NERDITUDINE LIVE WITH... ME




Una chiacchierata con Fabrizio Perale di Cent'anni di Nerditudine su Viviane l'infermiera e altre mie pubblicazioni a questo indirizzo

sabato 13 novembre 2021

FORSE SVELATE LE VERE ORIGINI DI DIABOLIK… E se il Re del Terrore in realtà fosse nato dal Re della Risata?

 

Diabolik serio e in versione comica disegnato da Silvia Ziche

Leggere divagazioni tra le nuvole di Andrea Cantucci


È da poco scomparso, a 90 anni, un fumettista noto soprattutto ai fan di Diabolik, Enzo Facciolo, disegnatore che dal n°10 del novembre 1963 impostò lo stile grafico quasi definitivo delle storie del Re del Terrore e continuò a contribuire a realizzarle fino a oggi, pur con una pausa tra 1979 e 1998. A lui si deve la fisionomia definitiva dello stesso protagonista, basata sull’attore Robert Taylor su esplicita richiesta delle sue autrici.

 Ispirazioni da Robert Taylor per volto di Diabolik in un disegno di Enzo Facciolo

Tra poco uscirà poi nelle sale il film “Diabolik” diretto dai Manetti Bros., ispirato al remake del 3° episodio col primo incontro tra il nero criminale e Eva Kant. Si è preferito narrare tale storico evento e non le sue origini, perché altrimenti non si sarebbe potuto esibire il suo costume e le altre sue più tipiche caratteristiche.

 L'attore Luca Marinelli nel nuovo film di Diabolik (2021)

Del resto, nonostante tanti episodi dedicati al suo passato, chi sia Diabolik resta avvolto nel mistero, essendo stato raccolto in mare neonato da dei criminali, cosicché nessuno ne conosce le vere origini e il vero nome.

 Neanche Diabolik sa chi è (dal 107° episodio del 1968)

C’è chi ha ipotizzato che Diabolik sia figlio di Fantômas, primo antieroe letterario descritto come “inguainato dalla testa ai piedi in una calzamaglia nera”, che in mare trovò una fine nel 1914 e la cui 2a serie proseguì poi fino al 1963. Poiché Diabolik esordì nel 1962, tale passaggio di consegne appare perfino possibile. Ma al di là dell’origine fittizia, da dove la creatrice Angela Giussani ha tratto diretta ispirazione per Diabolik?

Primo romanzo di Fantomas (1911) e una delle prime pubblicità di Diabolik (1963

Com’è noto il suo n.1 ricalcava in effetti il 1° romanzo di Fantômas del 1911, con delle scene identiche, come quella del padre che accusa il figlio d’omicidio, o della donna in manicomio che dà in escandescenze appena riconosce l’assassino, ed è risaputo l’aneddoto sull’autrice che avrebbe trovato quel libro in treno, privo però di conferme ufficiali. Di certo si sa solo che ne possedeva una copia, in un’edizione italiana del 1915, e se l’avesse davvero trovata per caso 47 anni dopo, abbandonata su un treno, sarebbe stata molto fortunata…

Primo romanzo di Fantomas di proprietà di Angela Giussani (ristampa del 1915)

Il titolo del 1° capitolo di quel romanzo, “Il Genio del Delitto” , diventò quello del n°5 di Diabolik e il colpo di scena finale, col condannato sostituito, fu usato su Diabolik n°3 (dal titolo simile al volume 11 di Fantômas).

Titoli e copertine simili per Fantomas vol.11 (1913) e Diabolik n°3 (1963)

Dal quartiere Belleville di Parigi citato in un punto del libro, può essere derivata Clerville, l’immaginaria città-stato in cui Diabolik risiede e colpisce, e anche i comprimari furono ricalcati su quelli di Fantômas: l’ispettore Ginko invece dell’ispettore Juve, Gustavo Garian al posto del giornalista Jérôme Fandor (entrambi sospettati d’omicidio nella 1a storia e scagionati dall’ispettore con cui stringono amicizia) e, dal n°3, Lady Kant invece di Lady Beltham (entrambe vedove di un lord che aveva vissuto in Africa e complici dapprima esitanti del criminale). Ma naturalmente, tra Fantômas e Diabolik, vi sono anche alcune piccole differenze…

Un Fantomas dei serial francesi (1914) e di un'edizione italiana (1928) e il primo Diabolik (1962)

Fantômas nascondeva il volto “sotto un lungo cappuccio, una maschera fluttuante”, non un passamontagna aderente, e, benché fosse capace dei più incredibili travestimenti (così come il suo nemico Juve del resto), nei libri non usava delle improbabili, per non dir impossibili, maschere di plastica che riproducono le fattezze di chiunque. Solo nei film di metà anni 1960 ne fu attribuito l’uso anche a lui, riprendendo l’idea da Diabolik.

 Un'immagine da Diabolik n°1 (1962) e una dal film Fantomas '70 (1964)

Come sarà quindi avvenuto esattamente, il passaggio dalle caratteristiche dell’uno a quelle dell’altro? Sarà stato dovuto solo a un’Angela Giussani alla prima esperienza di scrittrice, o l’autrice si sarà ispirata anche ad altri intermedi epigoni di Fantômas? Già, perché dalla sua nascita Fantômas di epigoni ne ha avuti, eccome…
1915 - Locandina in inglese del serial Les Vampires

Dei costumi neri attillati, più simili a quello che poi avrebbe portato Diabolik, erano già stati indossati da un’intera banda di ladri nel serial cinematografico francese del 1915 “Le Vampires” (I Vampiri) di Louis Feuillade, regista che poco prima, tra 1913 e 1914, aveva anche diretto ben cinque brevi serial di Fantômas.

1915 - Musidora nelle vesti di Irma Vep in Les Vampires

Il capo della banda de I Vampiri era una donna, Irma Vep, interpretata dall’attrice Musidora, ma il passaggio dal cappuccio alla Fantômas al passamontagna alla Diabolik avvenne con tali film, 47 anni prima dell’esordio dell’antieroe ideato da Angela Giussani, il ché non significa per forza che l’autrice li avesse visti. Tra l’altro da “Les Vampires” furono tratti anche dei libri, le cui copertine avrebbero potuto da sole ispirare Diabolik.

1916 - Primo romanzo della serie Les Vampires

Per il nome Diabolik, Angela e la sorella Luciana Giussani, a lungo coautrici dei testi della serie, intervistate dichiararono solo che fu ispirato all’antiquato termine “diabolo” (dal latino diabolus e dal greco diabolos), che sta per diavolo, ovvio. Ma si dà il caso che tra 1922 e 1923 Diabolos fosse stato un altro nome di Fantômas…

1921 - Locandina del 2°episodio del serial americano Fantomas

Nel 1921 fu infatti prodotto negli USA il serial “Fantomas” in 20 episodi, ma quando uscì in Francia, l’autore superstite del personaggio, Marcel Allain, non approvò come era stata rielaborata la sua opera e la serie fu presto ritirata e ridistribuita, in quel paese, col titolo “Les Exploits de Diabolos” (Le Imprese di Diabolos).
1923 - Romanzo tratto dal serial Les Exploits de Diabolos

Angela Giussani si sarebbe quindi ispirata per il nome del suo antieroe a questo serial in versione francese di 40 anni prima, oggi perduto? O al romanzo che ne fu tratto nel 1923, dallo scrittore F. J. Janin? È difficile dirlo, poiché al solito non ci sono conferme, ma da lì può essere iniziata l’associazione tra un criminale alla Fantômas e un nome simile a Diabolo. In altri casi, dei simili assassini trasformisti assunsero altri nomi, come Il Distruttore, apparso nel romanzo di Agatha Christie del 1927 “The Big Four” (Poirot e i Quattro).

1939 - The Phantom Blot (Macchia Nera) esordisce nelle strip di Mickey Mouse

Nei fumetti comici si mascherano con costumi neri alla Fantômas i criminali Macchia Nera, nato nelle strisce di Topolino nel 1939, e Zagar, creato nel 1946 da Jacovitti come acerrimo nemico del suo arcipoliziotto Cip.

1946 - Zagar esordisce nella storia Cip contro Zagar

Zagar derivò il suo nome dal precursore di Fantômas del 1909 Zigomar, è capace dei travestimenti più strani e incredibili, la sua tuta col tempo divenne così stretta da sembrare quasi la sua pelle (un po’ come sarà per Diabolik) e, in seguito, porterà dei guanti chiari simili a quelli di Fantômas sui poster di un film del 1947.

1947 - poster del film Fantomas e uno Zagar del 1974 cogli stessi guanti

Macchia Nera in originale ha un nome che evoca direttamente quello di Fantômas (The Phantom Blot, cioè la Macchia Fantasma), all’inizio sotto la larga veste indossa una calzamaglia nera attillata e in una storia italiana del 1955 usa per mimetizzarsi un costume bianco, come farà Diabolik sul n°7 del 1963 e nel film del 1968.

1955 - Macchia Nera vestito di bianco come Diabolik sul n°7 (1963) e al cinema (1968)

Suona poi come Diabolik il titolo d’un film francese del 1954 di Henry G. Clouzot che le Giussani potrebbero aver visto, “Les Diaboliques” (I Diabolici), la cui grafica scritta come col sangue sui poster italiani anticipava quella della testata del loro albo disegnata da Remo Berselli, soprattutto nella prima versione poi scartata.

1956 - Locandina italiana di Les Diaboliques e 1a versione scartata della testata Diabolik (1962)

Giungiamo all’aprile 1957, quando lo scrittore italiano Italo Fasan pubblicò sotto lo pseudonimo Bill Skyline il romanzo “Uccidevano di Notte”, su un serial killer chiamato… Diabolicus. Il nome, forse ispirato al Fantômas-Diabolos del 1922, o forse all’allora recente film “I Diabolici”, poteva passare inosservato, essendo apparso sulla collana “Gialli della Metropoli” di un piccolo editore, ma l’anno dopo qualcuno parve trarne ispirazione…

1957 - Copertina del romanzo Uccidevano di Notte

Il 14 febbraio 1958 a Torino, un giovane operaio fu ucciso a colpi di trincetto e il suo assassinio, 11 giorni dopo, fu rivendicato per lettera da qualcuno che si firmava… Diabolich (!), a volte scritto senza l’Acca finale.

1958 - 1a lettera firmata Diabolich

In un’altra lettera, con cui il mese dopo annunciò che avrebbe compiuto altri delitti, l’assassino scrisse di riferirsi a sé stesso come Diabolic, senz’Acca, quando avvertiva e Diabolich, con l’Acca, quando uccideva.

1958 - 2a lettera firmata Diabolic

Può darsi che nelle intenzioni dell’assassino l’Acca, come d’uso in italiano, dovesse servire a marcare di più il suono della C dura, suono che si sarebbe potuto anche scrivere in modo più chiaro e univoco con… la Kappa.

1958 - Articolo de La Stampa di Torino sull'omicidio compiuto da Diabolich

Il caso fece un certo scalpore, tanto da essere riportato pure in Francia, e l’editore del romanzo di Fasan si affrettò a ripubblicarlo, a marzo 1958, stavolta col vero nome dell’autore e il titolo modificato in “Diabolic”.

1958 - Copertina di Curt Caesar del romanzo Diabolic di Italo Fasan

Molti hanno affermato che Angela Giussani si sarebbe ispirata a questo omicida mai identificato, o a questo romanzo, per il nome Diabolik, ma ancora una volta non ci sono conferme ed è anche possibile che non ne avesse sentito parlare, poiché il caso ebbe sì molta risonanza sulla stampa torinese ma non altrettanta su quella di Milano, dove l’autrice viveva, e il romanzo non ebbe poi un grande successo o vastissima diffusione.

1961 - Copertina di Big-Ben n°1

La prima ispirazione per la creazione di un personaggio mascherato dovette invece venire a Angela Giussani dalla 1a serie a fumetti pubblicata dalla sua editrice Astorina tra 1961 e ‘63, “Big-Ben”, edizione italiana della strip pugilistica statunitense “Big Ben Bolt”, sul cui n°10 apparve un boxeur dalla “maschera di plastica” che, riprodotta sulla copertina di una successiva raccolta, fece registrare un’improvvisa impennata delle vendite.

1962 - Copertine di una raccolta di Big-Ben e di Diabolik n°1, entrambe di Brenno Fiumali

Da quella strip, dai tipici grigi a retini, è probabile che Angela Giussani abbia preso l’idea di usare analoghi retini anche sul nuovo albo che, agli inizi, sarebbe stato realizzato con stile affine a quello del disegnatore di “Big Ben Bolt”, John Cullen Murphy. Le fisionomie di vari personaggi delle prime storie di Diabolik furono ricalcate su quelli di “Big-Ben” e l’idea della pantera da cui Diabolik avrebbe preso il nome, citata nella storia delle origini del 1968, può esser stata ispirata da una tigre di nome Satana, apparsa su n°16 di quella serie.

1962 - La tigre Satana su Big-Ben n°16 e la pantera Diabolik dal 107°albo di Diabolik (1968)

L’idea di un antieroe dal preciso nome e costume potrebbe esser poi derivata direttamente da un certo film… che potrebbe aver spinto l’aspirante autrice ad andarsi anche a leggere, o rileggere, i romanzi di Fantômas.

1962 - Poster del film Totò Diabolicus

Quello che infatti fu certamente ispirato, almeno in parte, dall’omicidio del 1958 fu un film comico diretto da Steno e interpretato dal grande Totò, “Totò Diabolicus”, uscito ad aprile 1962 e che non è, come oggi molti pensano, una parodia di Diabolik, il cui 1° albo sarebbe apparso in edicola solo a novembre di quell’anno, ma con l’immediatamente successiva serie di Diabolik ha in effetti varie sospette affinità, a cominciare dal nome.

Locandina del film Kind Hearts and Coronets (1949)


Il nome Diabolicus per l’assassino del film doveva certo esser stato ripreso dalla prima versione del romanzo di Fasan, dopo il clamore suscitato dal suo quasi omonimo imitatore nel mondo reale. Per il resto la trama ricalcava un film inglese del 1949 di Robert Hamer dal macabro humour nero tipicamente anglosassone, “Kind Hearts & Coronets” (alla lettera Cuori Gentili e Corone Funebri, in Italia noto come Sangue Blu), in cui un gentiluomo elimina uno ad uno tutti i suoi nobili parenti, interpretati da un camaleontico Alec Guinness, per vendicar la madre che era stata ripudiata e impossessarsi dell’intero patrimonio di famiglia. Nella parodia italiana del ’62, ovviamente è Totò a interpretare sia tutte le vittime che il colpevole, con effetti esilaranti.

Locandina del film Totò Diabolicus (1962)

Sulle locandine, si può notare come anche il titolo del film con Totò fosse spesso scritto in caratteri rossi tutti maiuscoli, come la futura testata di Diabolik, ma tali vaghe analogie potrebbero anche essere solo casuali.

Nera tuta di Diabolicus nel film di Steno (1962)

In “Totò Diabolicus” c’è un altro elemento fondamentale, ispirato probabilmente a Fantômas ma forse anche ai ladri del serial “Les Vampires”, che anticipa direttamente Diabolik. Il misterioso assassino per commettere i suoi delitti indossa una tuta nera, con tanto di passamontagna che gli nasconde del tutto la testa, e per di più è sempre armato di pugnale, ovvero proprio quella che sarà l’arma preferita dell’antieroe delle Giussani.

Pugnale alzato da Diabolicus per colpire

Non solo, ma in certe foto promozionali e locandine del film, Totò indossa un cappuccio stile Mefisto il cui orlo superiore termina a punta in mezzo alla fronte, come… l’apertura per gli occhi del cappuccio di Diabolik.

Ritratto fotografico di Totò nelle vesti di Diabolicus

Dato che il 1° albo del Re del Terrore sarebbe uscito sette mesi dopo quel film, se ne può dedurre che la sua creatrice lo avesse visto, senza che ci possano essere molti dubbi in proposito, anche per un ulteriore piccolo dettaglio rivelatore. Diabolik infatti non era l’unico nome in lizza per il personaggio e l’altro nome possibile a cui Angela Giussani aveva pensato per il suo inafferrabile criminale era, guarda caso, proprio… Diabolicus (!).

Scena di Totò Diabolicus con Béatrice Altariba

Anche la bella amante che nel film si presta con molte esitazioni ad aiutar Diabolicus nell’eseguire l’ennesimo efferato delitto (interpretata dall’attrice francese Béatrice Altariba e probabilmente ispirata all’altrettanto titubante Lady Beltham complice di Fantômas), potrebbe aver suggerito il ruolo di Eva Kant nella serie.

Somiglianza tra Grace Kelly e la prima Eva Kant (1963)

Ufficialmente il viso dell’eterna compagna di Diabolik sarebbe stato basato su Grace Kelly (che si innamorava di un affascinante ladro interpretato da Cary Grant nel film di Hitchcock del 1955 “Caccia al Ladro”), ma tale ispirazione è evidente più che altro nella prima apparizione. In seguito ne resta traccia solo nel lungo collo, nei capelli biondi all’indietro e nella raffinata eleganza e, saranno coincidenze dovute alle mode, ma varie pettinature di Eva Kant paiono ricalcare piuttosto quelle sfoggiate nel corso degli anni da Béatrice Altariba.

Somiglianze tra Béatrice Altariba e Eva Kant


Insomma si ritrovano nel film con Totò, ancor più che nei libri o film di Fantômas, molti aspetti di Diabolik e, come se non bastasse, nel finale del film di Steno c’è anche un altro elemento ancora che dimostra, ormai quasi senza alcuna ombra di dubbio, come “Totò Diabolicus” sia stato veramente il prototipo di Diabolik…

Totò minacciato da Diabolicus

Nel finale infatti c’è un colpo di scena in cui una maschera di gomma riproduce, benché rozzamente, le fattezze di Totò in uno dei suoi ruoli e la guardia del corpo che la indossava è stata uccisa al suo posto. È possibile che quest’idea forzata e surreale, funzionale a una storia comica ed efficace solo nella penombra, abbia potuto ispirare ad Angela Giussani l’idea delle famose e molto più perfette maschere di Diabolik?

Totò nelle vesti di Diabolicus e un Diabolik comico di Silvia Ziche

Se è così (e a questo punto è estremamente probabile, se non certo), oltre a tutti i riconoscimenti che hanno avuto, si dovrebbero fare i complimenti alle sorelle Giussani anche per come sono riuscite a trasformare un comico film del Re della Risata nella ben più seria, e molto più longeva, saga avventurosa del Re del Terrore.



Andrea Cantucci

martedì 9 novembre 2021

SULLE TRACCE DI VIVIANE L'INFERMIERA, LA RECENSIONE DI FABRIZIO PERALE

Grazie a Fabrizio Perale del blog Cent'anni di Nerditudine che recensisce il libro "Sulle tracce di Viviane L'infermiera! realizzato da me e Cristiano Cryx Corsani, con la prefazione di Francesco Manetti e pubblicato da Sbam! libri



martedì 26 ottobre 2021

SBAM! COMICS 54 ONLINE


È uscito in rete il numero 54 di Sbam! Comics, la rivista a fumetti sui fumetti scaricabile gratuitamente dal sito dell'editore.

IN QUESTO NUMERO
Vi presentiamo tutte le novità di Sbam!, in anteprima a Lucca Comics 2021 e da metà novembre in libreria e fumetteria!
Schede di presentazione e preview di tutti i titoli:
The Heroes Union, con le prime pagine del volume: l’ingresso di Startup nell’Unione dei più grandi Eroi del XXI secolo!
Pugaciòff, con una storia completa del grande Giorgio Rebuffi, Far West, con un episodio integrale griffato Adriano Carnevali, e Fra Tino, con alcune tavole di Athos!
– Le tavole iniziali di Sulle tracce di Viviane l’infermiera, di Pieri&Cryx, e Sottosopra, di Zamp!

SAPPIATE CHE… (l’editoriale del megadirettore)

Carissimi Sbam-lettori,
questo numero di Sbam! Comics segna la definitiva trasformazione della nostra ormai storica rivista (a dicembre festeggeremo i 10 anni dall’uscita del numero 0 con cui ve la presentammo) in qualcosa di diverso da quello cui eravate/eravamo abituati e cui arriviamo dopo un lento processo cominciato circa un anno fa: è sempre meno notiziario sul mondo della Nona Arte in generale e sempre più organo informativo della nostra casa editrice, sul modello (fatte le proporzioni, ovviamente) della bao/bonelliana Preview.

Tutto questo per due grandi motivi.
Il primo è che oggi una rivista di informazione come la cara, “vecchia” Sbam! Comics non ha più l’utilità che aveva 10 anni fa: gli stessi grandi editori si premurano di diffondere anticipazioni, news e perfino interviste a se stessi e ai propri autori, attraverso portali, dirette in video, fogli cartacei nelle fumetterie e altro ancora.
Il secondo motivo, di cui siamo felicissimi, è che il ritmo delle nostre pubblicazioni sta aumentando e di conseguenza lo Sbam-catalogo è sempre più ricco e polposo: non a caso, da un anno in qua, le pagine di questa rivista sono state sempre più invase dalle anteprime degli stessi titoli, per presentarveli tutti al meglio possibile.
Questo stesso numero, ad esempio, ve ne propone ben sei, cinque dei quali saranno in anteprima a Lucca e poi, da metà novembre, diffusi in libreria e fumetteria. Sfogliando questo numero avrete il piacere di scoprire ogni dettaglio di ciascuno di essi.

Anche la periodicità di Sbam! Comics – intesa come rivista digitale – sarà di conseguenza un po’ più ampia, seguendo il ritmo di uscita dei volumi.

Speriamo che questo cambio non vi dispiaccia e che siate sempre con noi, con la nostra grande Passione a Fumetti: oltre che con i libri, con questa rivista e con le dirette settimanali del Caffè del Giovedì.


sabato 16 ottobre 2021

L’OSCURA ORIGINE DELLA TENEBROSA SAGOMA DI BATMAN Parte 4: E se l’Uomo-Pipistrello fosse uno dei tanti travestimenti de L’Ombra?


Leggere divagazioni tra le nuvole di Andrea Cantucci

_ Batman versione pulp su First Wave n°3 (2010), dettaglio della copertina di J.G.Jones




“La mia idea era di far essere Batman una combinazione di

Douglas Fairbanks, Sherlock Holmes, The Shadow e Doc Savage.”

Bill Finger (co-creatore di Batman)



Nelle tre parti precedenti abbiamo parlato dei precursori di Batman in vari media tra 1820 e 1939. In questa Parte 4, tratteremo le influenze sulle sue storie dei romanzi pulp degli anni 1930, che più d’ogni altro genere ne ispirarono impostazione e temi, anche perché il suo primo scrittore Bill Finger ne era appassionato lettore.


1930 e 1932 - La prima versione di The Shadow alla radio e nei pulp


Il primo prototipo d’eroe mascherato statunitense, creato nel 1914 sulla rivista “People’s” dal canadese Frank Packard, fu Jimmie Dale, alias The Grey Seal (Il Sigillo Grigio), che inaugurò tratti comuni a vari successori, Batman compreso. È infatti un playboy con maggiordomo e autista, sventa i crimini di notte in abiti scuri, ha una cintura con tasche per i grimaldelli, porta un revolver, ma non uccide mai, e usa dei rifugi detti Santuari.
 
1917 - Jimmie Dale alias The Grey Seal nell'omonimo serial cinematografico

Inoltre Dale si traveste per infiltrarsi nella mala e nel 1° romanzo si spaccia per il truffatore Larry The Bat (il Pipistrello), associando per primo tale animale a un giustiziere americano (per quelli inglesi, vedi la Parte 1).
1921 e 1922 - Jimmie Dale nelle vesti di The Grey Seal in dettagli di due copertine


Il mantello nero era tipico invece di The Shadow (L’Ombra), apparso in radio dal 1930, in romanzi dal 1931 e in film dal 1937. Anch’egli playboy di giorno, nelle vesti di Lamont Cranston, e nemesi dei criminali la notte, Shadow fu tra le prime fonti d’ispirazione per Batman e, fino al 1932, anche lui portava un cappuccio scuro.
 
1932 e 1916 - Lo Shadow definitivo e l'attore René Cresté nel ruolo di Judex

L’autore Walter Gibson disse d’essersi rifatto a Dracula, ma vari elementi poi comuni pure a Batman (l’abilità nella lotta, i gadget moderni, i travestimenti, il covo sotterraneo) e l’aspetto definitivo di Shadow ricordavano molto Judex, il giustiziere di un serial cinematografico francese il cui 1° episodio del 1916 s’intitola “L’Ombra Misteriosa”, al punto che quando nel 1940 uscirà il fumetto di The Shadow, in Francia sarà intitolato a Judex.
1932 e 1933 - The Shadow in posizioni simili a due Batman del 1941 e 1939


E il fatto che il vendicatore Ravengar, nato per fare concorrenza a Judex in un altro serial del 1916 intitolato negli USA”The Shielding Shadow” (L’Ombra Protettrice), si rendesse invisibile con l’ipnosi, deve avere ispirato l’analogo potere di Shadow, mentre Batman si limiterà a mimetizzarsi tra le ombre grazie al suo costume. A parte ciò, varie situazioni tipiche di Shadow si sarebbero ritrovate spesso simili nelle prime storie di Batman.
1933 e 1939 - copertine di The Shadow simili a copertine di Batman del 1941 e 1943

Anche alcune delle prime copertine di Batman, paiono ispirate da quelle di Shadow dipinte da George Rozen.
1936 - il romanzo di The Shadow che ispirò il 1°episodio di Batman

Bill Finger ammise in seguito d’avere addirittura ripreso la trama del 1° episodio di Batman, “The Case of the Chemical Syndacate” (Il Caso del Sindacato Chimico), dal romanzo di The Shadow del 1936 “Partners of Peril” (Soci nel Pericolo), scritto da Theodore Tinsley, e forse lo scelse perché vi appaiono molti pipistrelli.
1936 - illustrazione da Partners of Peril simile a una scena del 1°episodio di Batman del 1939

Pure qualche scena del bat-esordio fu ripresa da illustrazioni di quel libro, certo fornite a Bob Kane da Finger.
1937 - copertina del romanzo di Shadow The Masked Headsman

E nel romanzo di Shadow del 1937 “The Masked Headsman” (Il Carnefice Mascherato), apparve perfino un criminale con un cappuccio blu, che celava la metà superiore del volto, vagamente simile a quello di Batman.
 
1937 e 1940 - The Shadow e Batman con pistole dello stesso modello

Anche l’uso delle pistole, per di più dello stesso modello, accomuna The Shadow al Batman del primo anno.
1939 e 1935 - Batman col primo batarang e The Shadow sulla copertina del romanzo Lingo


Lo scrittore Gardner Fox prese poi l’idea del batarang, il boomerang-rampino a forma di pipistrello apparso dal 5° episodio di Batman, dal romanzo del 1935 “Lingo”, in cui The Shadow ne usava uno identico giallo, e dall’episodio seguente anche Batman lo utilizzerà come Shadow, legandolo alla batfune per scalare le pareti.
 
1939 e 1940 - Batman e The Shadow mentre scalano i muri con le ventose


In cambio The Shadow, nel 1940, riprese l’idea delle ventose per scalare i muri dal 3° episodio di Batman. E poiché, ispirandosi a Re Artù, Gibson aveva soprannominato The Shadow “Knight of Darkness” (Cavaliere dell’Oscurità), Bill Finger conierà per Batman l’analogo soprannome di “Dark Knight” (Cavaliere Oscuro).
 
Affinità tra Sherlock Holmes (1903-1916) e Bruce Wayne (1939-1941)


Come si diceva, Shadow è pure maestro di travestimenti, talento comune a molti eroi, da Sherlock Holmes a Batman. E oltre a lui e all’attore Douglas Fairbanks (vedi Parte 2), tra gli eroi citati da Finger come ispirazioni per Batman c’è proprio Sherlock Holmes, per le brillanti deduzioni investigative e l’aiutante a cui comunicarle.
 
Affinità tra Sherlock Holmes (1911-1932) e Bruce Wayne (1940)


Nei primi albi di Batman infatti, Bruce Wayne ha abiti a quadretti, vistose vestaglie e la pipa, come Holmes.
Attività scientifiche di Sherlock Holmes (1916), Doc Savage (1935) e Bruce Wayne (1939)


E c’è anche Doc Savage, altro eroe pulp nato nel 1933, dotato come Batman di perfetta forma fisica, abilità scientifiche e vari gadget tecnologici. Nelle origini di Batman del 1939 e in altri episodi, si vede infatti Bruce Wayne in camice intento a esperimenti scientifici, come Doc Savage su una copertina di Walter Baumhofer del 1935, in un atteggiamento forse ispirato a sua volta a una scena del film “Sherlock Holmes” del 1916, in cui anche l’attore William Gillette che lo interpretava faceva misteriosi esperimenti vestito in modo analogo.
 
Autogyro autentico (1930), Batgyro di Batman (1939) e autogyro di Doc Savage (versione Marvel,1975)

Nella storia in cui Gardner Fox e Bob Kane “inventarono” il batarang, apparve anche il primo mezzo aereo di Batman, il Batgyro, ispirato all’autogyro di Doc Savage, un apparecchio all’avanguardia nei primi anni 1930, precursore dell’elicottero ma dalla fusoliera simile a un aeroplano. Rispetto al Batplano, che lo sostituirà dal 1940, il Batgyro era forse meno veloce, ma aveva il vantaggio di poter rimanere immobile sospeso in aria.
 
Cintura multiuso di Doc Savage (1938) e di Batman (1939)

Dal 1938 Doc Savage porta una cintura contenente vari attrezzi miniaturizzati, tra cui arpione e filo d’acciaio per le scalate, che l’anno dopo ispirerà la Batcintura, in cui Batman tiene tra l’altro il batarang e la batfune.
 
Copertina di Doc Savage (1939) e scena di Batman (1941) in cui alterano i loro volti


E poiché anche Doc Savage è maestro di travestimenti, ripone nella cintura multiuso anche tutto l’occorrente per camuffarsi e cambiare fisionomia, per quanto appaia improbabile, esattamente come farà anche Batman.
Copertina di The Phantom Detective n°1 (febbraio 1933

Altre ispirazioni verranno dai romanzi di “The Phantom Detective”, usciti dal 1933, con l’ennesimo milionario mascherato, Richard Curtis van Loan, che combatte il crimine appunto col nome The Phantom (Il Fantasma).

 Batman braccato dalla polizia (inizio 1940) e quello nominato poliziotto onorario (fine 1941)



Da lui Batman pare aver preso l’idea di essere, più che un vigilante, un detective mascherato che collabora con la polizia, come uno Sherlock Holmes in incognito. Infatti se il Batman del 1939 agiva con violenza fuori della legge come The Shadow, dal 1940, banditi gli eccessi brutali per volere dell’editore e introdotto Robin, si comporterà sempre di più come The Phantom, finché nel 1941 sarà perfino nominato poliziotto onorario.
 
il faro col Batsegnale con cui la polizia chiama Batman (anni 1942-1949).

Dati tali stretti rapporti con le autorità, nel 1942 s’introdurrà il Batsegnale, a imitazione del faro sul tetto del giornale di van Loan, con cui il direttore Frank Havens poteva contattare The Phantom d’urgenza, un prestito agevolato dal fatto che i primi supervisori di Batman collaboravano con l’editore di “The Phantom Detective”.
 
La copertina di The Phantom contro il Vampiro (anni 1930) e contro il criminale The Bat (1939).

The Phantom affrontò pure un vampiro dal mantello simile a Batman e, a inizio 1939, un criminale detto The Bat, affine all’omonimo del 1920 (vedi Parte 2), in un romanzo del futuro scrittore di Batman Charles Green.

La copertina di un numero di The Spider (anni 1930) e una vignetta dal 2°episodio di Batman (1939).jpg



A fine 1933 esordirono poi i romanzi del violento eroe pulp The Spider (Il Ragno), alias il milionario Richard Wentworth, che come Batman ha vesti scure, ampio mantello, si lancia sui criminali appeso a una fune (un cappio che imita la tela di ragno, anticipando Spider-Man) e si trucca da vampiro per terrorizzar i delinquenti.
La copertina di un romanzo in cui The Spider affronta Bat Man, il re dei vampiri (1935)


Nel libro del 1935 “Death Reign of the Vampire King” (Il Regno della Morte del Re dei Vampiri), The Spider affronta perfino un supercriminale detto The Bat Man, che vola con ali artificiali e controlla pipistrelli vampiri.

La maschera di The Spider nel serial The Spider's Web (1938)


Nei serial cinematografici usciti dal 1938, The Spider ha poi un cappuccio scuro che lascia scoperta la bocca, come quello di Batman, e sul quale, come sul mantello, sono disegnate ragnatele antesignane di Spider-Man.
La maschera stile pipistrello di una copertina di Margaret Brundage (1933)

Un’altra maschera affine, e pure con un legame diretto coi pipistrelli, era apparsa sulla rivista “Weird Tales” nel 1933, nella copertina di Margaret Brundage del romanzo “The Vampire Master” (Il Signore dei Vampiri).
La prima versione di Black Bat (copertina del febbraio 1934)


Tra 1933 e ‘34, Murrey Leinster scrisse alcuni romanzi sul detective-fuorilegge Black Bat (Il Pipistrello Nero), privo di costume nelle storie ma, in qualche illustrazione simbolica, raffigurato anche travestito da pipistrello.

La parte finale di Topolino contro The Bat Bandit (1934)


E si veste da pipistrello, nelle strip di Topolino del 1934, The Bat Bandit (Il Bandito Pipistrello), criminale con ali fittizie e cappuccio con orecchi a punta, ispirato di certo al The Bat degli anni 1920-1930 (vedi la Parte 2).

La pistola a gas del giustiziere The Bat (1934) e le prime fiale di gas di Batman (1939-1940)

The Bat divenne poi anche il nome di un giustiziere in 4 racconti, scritti sotto pseudonimo e oggi attribuiti all’autore di Zorro Johnston McCulley, usciti tra 1934 e ‘35 sulla rivista ”Popular Detective”, in cui il detective Dawson Clade, accusato ingiustamente e dato per morto, per dimostrarsi innocente si arma di cappuccio e pistola a gas, anticipando le fiale della Batcintura che a loro volta rilasceranno del gas, inizialmente mortale.
 
La scena in cui Wayne decide di diventare Batman (1939)

La scena in cui un pipistrello entra nella stanza, ispirando a Clade il nome e simbolo di The Bat, sarà identica nelle origini di Batman del 1939, certo non per coincidenza, ma il modello non ebbe la fortuna dell’imitatore.
 
La versione in volume dei racconti del giustiziere The Bat (2016)

Infatti le storie di The Bat non ebbero successo e s’interruppero, per esser raccolte in volume solo nel 2016.
Le copertine di Doctor Satan (1935-1936) e la cappa simile di Batman (1940-1941)


Tra 1935 e 1936 uscirono invece su “Weird Tales” le storie di Doctor Satan scritte da Paul Ernst, su un genio del male e delle scienze occulte. Sulle copertine di Margaret Brundage, il suo ampio mantello e il cappuccio cornuto, che gli lascia scoperti bocca e mento, hanno molta affinità col futuro Batman, colore rosso a parte.
 
Le fattezze dei bat-men su una copertina di Secret Agent X (1936)


E in un romanzo della serie di “Secret Agent X” del gennaio 1936, un altro supercriminale, l’Imperatore Zero, ha al suo servizio dei minion (scagnozzi), incappucciati e dalle grandi ali, definiti bat-men (uomini-pipistrello).
 
Le illustrazioni del racconto Batman su Spicy Mystery Stories (1936)


Subito dopo, sulla rivista “Spicy Mystery Stories” del febbraio 1936, uscì un racconto di Lew Merrill dal titolo ”Batman”, una storia psicologica in cui sembra che la mente di un uomo sia stata trasferita in un pipistrello e che, come la suddetta storia di The Spider, potrebbe aver ispirato a Bob Kane il nome del suo protagonista.
 
Le imitazioni da Gang Busters in Action (1938) in due episodi di Batman (1939)


Più realistico fu il programma radio, nato nel 1936,”Gang Busters” (Catturatori di Bande). Riprendeva lo stile del radiodramma “G-Men”, ispirato l’anno prima dall’omonimo film, riportando casi reali e vere procedure di polizia. Il 1° libro che ne derivò nel 1938,”Gang Busters in Action”, aveva illustrazioni di Henry Vallely che saranno copiate da Bob Kane l’anno dopo, sia nel 1° episodio di Batman che nella sequenza delle sue origini.
 
Le innegabili affinità tra un'illustrazione di Junior G-Men (1937) e il piccolo Bruce Wayne (1939)

Invece il piccolo Bruce Wayne in lacrime per la morte dei genitori, sarà preso da un’illustrazione di Vallely del volume del 1937 “Junior G-Men”, tratto dall’omonimo radiodramma dedicato ai ragazzi a partire dal 1936.
 
Le prime edizioni in libri e fumetti di The Green Hornet (1940-1941)


Nel 1936 nacque alla radio anche il giustiziere The Green Hornet (Il Calabrone Verde), alias l’editore playboy Britt Reid, adattato in libri e fumetti dal 1940, la cui pistola a gas soporifero derivò forse dal The Bat del ‘34.
 
Le prime sagome del simbolo di Green Hornet (1939) e scene simili di Batman, in fumetti (1940) e film (1943)

In pubblicità e foto del programma, la sagoma del calabrone era proiettata da Green Hornet o dall’attore che lo interpretava alla radio, Al Hodge, come quella del pipistrello poi proiettata da Batman o da Bruce Wayne.
 
Le prime versioni dell'auto di Green Hornet (1936-1941) e di Batman (1939-1940-1941)


Altra peculiarità di Green Hornet è il ruolo centrale della sua auto Black Beauty (Bellezza Nera), una berlina potenziata e con accessori speciali. Da questa deriverà nel 1939 l’auto di Batman, che dal 1941 avrà nome Batmobile, un analogo e definitivo colore scuro e, col tempo, una lunga serie di modelli coi più vari gadget.
Le prime versioni dell'orientale Kato, alla radio (dal 1936) e a fumetti (anni 1940)

Vari eroi pulp precedenti avevano fin troppi aiutanti, tra cui il tassista-autista Shrevvy di Shadow. In “Green Hornet”, ripetendo la formula del radiodramma western di “Lone Ranger”, la cui sola spalla era un nativo americano, fu riportata in ambito metropolitano l’idea del partner dell’eroe, nel suo caso il giapponese Kato, interpretato alla radio da Tokutaro Hayashi, che lo aiuta sia negli scontri che come maggiordomo e autista.
 
Le prime versioni di Alfred magro, in film (1943) e a fumetti (1944)


Tali funzioni in Batman saranno divise tra Robin, apparso dal 1940, e Alfred, introdotto nel serial del 1943 col volto di William Austin, da cui nel ‘44 deriverà la sua fisionomia definitiva, in entrambi i casi con divisa da autista analoga a quella di Kato. E anche altri personaggi di Batman deriveranno, almeno in parte, dai pulp…
 
Le prime versioni di James Gordon, nei romanzi pulp (1936) e nel 1°episodio di Batman (1939)

Un commissario James Gordon era l’alter ego del vigilante The Whisperer (Il Sussurratore), in romanzi usciti dal 1936. Il commissario di Gotham, all’inizio più anziano, avrà lo stesso nome e abiti e fattezze simili, con in più baffi e occhiali. Poi anche il soprannome del James Gordon letterario, Wildcat (Gatto Selvatico), fornirà a Finger il nome di un altro suo giustiziere in costume, creato col disegnatore Irwin Hasen e apparso dal 1942.
 
Le simili attitudini del Doctor Death dei pulp (1934) e di quello di Batman (1939)

Anche il primo nemico di Batman con stile da supercriminale del 1939, Doctor Death (Il Dottor Morte), ha lo stesso nome di un sinistro personaggio dei pulp, dalle analoghe capacità scientifiche, apparso nel 1934.
Le simili fattezze di The Blank in Dick Tracy (1937) e di un uomo senza volto in Batman (1939)


Qualche ispirazione verrà anche dai fumetti di quegli anni. Infatti la galleria dei grotteschi nemici di Batman ricorderà vagamente quelli di Dick Tracy e un uomo senza volto incontrato da Batman nel 1939 fu copiato di sicuro dall’assassino camuffato Frank Redrum, detto The Blank (Il Vuoto), apparso in “Dick Tracy” nel 1937.
 
Le simili pose e scenografie di una vignetta di Speed Saunders (1937) e di una copertina di Batman (1939)


All’epoca tali ricalchi erano abituali per molti fumettisti. Anche la copertina con Batman di “Detective Comics” n°33 fu copiata da una storia del detective Speed Saunders, uscita sul n°13 della stessa testata del 1937.
 
Le simili posizioni di lotta in Terry and the Pirates (fine anni 1930) e in Batman (1940)

Un altro avversario di Batman del 1940, il Professor Hugo Strange, ricorda il Professor Moriarty di Sherlock Holmes e una scena del suo primo scontro con Batman fu ricalcata da una strip della serie “Terry and the Pirates”, in cui il rapporto tra l’avventuriero Pat Ryan e il giovane Terry anticipava quello tra Batman e Robin.
 
Le terribili mani di mostri giganti afferrano sia Doc Savage (1934) che Batman (1940)

I mostruosi giganti creati dal Professor Strange su Batman n°1, furono molto probabilmente ispirati da quelli, assai simili, apparsi nel 1934 nel 3° romanzo della serie di Doc Savage, dal titolo“The Monsters” (I Mostri).
Le ultime scene di King Kong (1933) e di una storia da Batman n°1 (1940)


La scena finale di quella storia, in cui il Batplano abbatte con il gas l’ultimo mostro che cade dalla cima di un grattacielo, fu un’ovvia citazione del film “King Kong”, mentre la caduta di Strange verso un’apparente morte nella sua ultima apparizione del 1940, rievocava l’analoga caduta di Moriarty nell’ultimo scontro con Holmes.
 
Lo incipit illustrato del racconto The Grim Joker (1936) e i primi bozzetti per il Joker di Batman (1940)


Un criminale chiamato Joker era apparso in una storia del detective Bulldog Black, “The Grim Joker” (Il Truce Jolly) di Theodore Tinsley, uscita su “The Whisperer” nel 1936. La carta da gioco visibile all’inizio può aver ispirato i primi schizzi del Joker simile a un giullare del disegnatore Jerry Robinson, che invece del viso truce del racconto ne abbozzò uno ghignante, poi usato nella sua 1a apparizione del 1940 come biglietto da visita.
  
Modelli da The Man Who Laughs (1927) per The Joker (1940-1942)

Infatti, dopo che Bob Kane gli mostrò la proposta di Robinson, Bill Finger fornì come modello per il volto del Joker delle foto di Conrad Veidt, nel film “The Man Who Laughs” (L’Uomo che Ride) di Paul Leni del 1927.
 
Modello possibile da Amazing Stories (1938) per The Joker (1940)

Ma la sua figura snella e l’abito con lo spacco dietro potrebbero essere derivati dall’ambiguo uomo sorridente di un’illustrazione della storia “Song of Death” (Canto di Morte), uscita sulla rivista “Amazing Stories” nel 1938. Infatti il tema della musica della morte apparirà poi anche in una storia con il Joker della fine del 1940.

Modello probabile da The Scarlet Ace (1930) per Red Hood (1951)

Il costume del Joker in un flashback del 1951, in cui agiva come Red Hood (Cappuccio Rosso), pare ripreso invece dalla storia di Tinsley “The Scarlet Ace” (L’Asso Scarlatto) uscita su “All Detective Magazine” nel 1930.
Modello sicuro da The Phantom of the Opera (1925) per Clayface (1940-1941)

L’attore trasformista Clayface (Faccia d’Argilla), altro nemico di Batman dal 1940, fu di certo ispirato da Lon Chaney. Agiva infatti come il Fantasma dell’Opera, uno dei mostri del muto interpretati da quel camaleontico interprete, e portava cappello e mantello che di spalle lo rendevano del tutto simile a Chaney in quel film.
 
Modello vago da The Shadow (1939-1940) per Clayface (1940-1941)

Ma l’aspetto di questo 1° Clayface ricordava molto anche quello di The Shadow, mentre il suo vero nome, Basil Karlo, citava sia Boris Karloff che Basil Rathbone, lo Sherlock Holmes cinematografico di quegli anni.
Modello verosimile da The Avenger (1940) per il 2°Clayface (1961)

Nel 1961 apparirà un 2° Clayface, Matt Hagen, che può plasmare come argilla le sue fattezze, come faceva l’eroe pulp del 1939 The Avenger limitatamente al volto, ma nel suo caso trasformandosi completamente.
 
Ritratti di Broadway Bates da Dick Tracy (1932) e di The Penguin da Batman (1941)

Un altro noto nemico di Batman, The Penguin (il Pinguino), fu creato nel 1941 con un aspetto snob alquanto simile a quello del criminale Broadway Bates, che era apparso nelle strip a fumetti di “Dick Tracy” nel 1932.
 
Su copertine di The Shadow (1938) e Secret Agent X (1936) volti simili a Two-Face (1942-1948)

Volti simili a Two-Face (Due Facce), creato nel 1942, erano già apparsi nel romanzo di The Shadow del 1938 “Face of Doom” (Volto del Fato) e nel succitato numero di “Secret Agent X” del 1936. Il primo nome di Due Facce, Harvey Kent, citava il vero nome di Shadow, Kent Allard, che ispirò anche il cognome di Superman, ma poi, forse per evitar confusioni, fu cambiato in Harvey Dent, citando l’autore di Doc Savage, Lester Dent.
 
The Black Bat - 2a versione (1939-1953)

Tornando a Batman, l’eroe pulp più simile fu il 2° Black Bat, in costume da pipistrello, uscito su ”Black Book Detective” dal luglio 1939 al 1953 per oltre 60 romanzi, firmati G. W. Jones ma scritti da Norman A. Daniels.
The Black Bat appeso a una fune come Batman nel 1939

The Black Bat era ora il procuratore distrettuale Tony Quinn che, deturpato e reso cieco da un criminale con dell’acido (idea ripresa da Finger per l’origine di Due Facce), sviluppa tutti gli altri sensi e dopo un’operazione torna in grado di vedere, anche al buio, così di giorno continua a fingersi cieco e di notte combatte il crimine.
The Black Bat e il Batman del 1940 a confronto

Tutto ciò ne farebbe il precursore del Daredevil della Marvel, ma il costume scuro da pipistrello con la cappa plissettata, anche se più corta e col cappuccio senza orecchi a punta, lo rendeva molto più simile a Batman.
The Black Bat e il Batman del 1940 con le pistole e i costumi con punte sotto gli avambracci

Che fosse armato di pistole non lo differenziava dal Batman del 1939/’40 che, come già detto, le usava a sua volta. E dalle maniche di Black Bat, nel 1940, Bill Finger prese l’idea delle punte laterali sui guanti di Batman.
The Black Bat e il Batman del 1940 in una situazione simile

Le somiglianze erano tali che gli editori dei due giustizieri volevano farsi causa a vicenda per plagio, finché si appurò che il 1° romanzo del 2° Black Bat, uscito 2 mesi dopo l’esordio di Batman, era pronto per la stampa già dal dicembre 1938. Nonostante le affinità, erano stati ideati indipendentemente, per pura coincidenza.
The Black Bat mentre cade come Batman nel 1940

Del resto, s’è visto che non mancavano precedenti a cui ispirarsi, come se in quegli anni l’intero genere pulp tendesse all’obiettivo di generare una figura simile, quale ideale sintesi di tutta una serie di eroi e antieroi.
The Black Bat proseguito in versione tedesca

The Black Bat avrà grande successo in Germania, dove uscirà dal 1956 come “Fledermaus Kriminal-Roman” (I Romanzi Polizieschi del Pipistrello), proseguendo con circa 740 romanzi di produzione locale fino al 1976.
The Green Hornet con Batman in un telefilm (1967)

Ma le avventure dell’altro Uomo-Pipistrello, come si sa, avranno una diffusione e una durata ben più vaste e col tempo Batman incontrerà alcuni dei suoi ispiratori, anzitutto in un suo telefilm del 1967. Dopo il successo della sua serie TV, fu infatti prodotta quella similare di The Green Hornet, con Bruce Lee nel ruolo di Kato, e sul finire della loro unica stagione, entrambi apparvero in un episodio in 2 parti di Batman con lui e Robin.


The Green Hornet e Batman sulla copertina di Alex Ross per il n°5 della loro miniserie (2014)


La comparsa insieme delle due coppie d’eroi, con le rispettive auto, evidenziarono le affinità tra i personaggi e, quasi 50 anni dopo, quell’episodio ispirerà la miniserie a fumetti “Batman ‘66 Meets the Green Hornet”.
The Shadow e Doc Savage con Batman in albi del 1973 e del 2009

Batman incontrerà invece The Shadow in due albi del 1973 e 1974, in cui si scoprirà che da bambino l’aveva visto in azione traendone ispirazione, e vivrà avventure con Doc Savage e altri personaggi nel ciclo “First Wave”, uscito tra 2009 e 2011 ma ambientato intorno al 1940, così da chiudere il cerchio… almeno per ora.


Andrea Cantucci


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