venerdì 29 dicembre 2017

MAKING OF VIVIANE L’INFERMIERA

Avete presente quella vecchia barzelletta che diceva più o meno: due rette parallele non s’incontrano mai. E se s’incontrano, non si salutano. Ecco io e Cryx siamo stati due rette parallele per più di quarant’anni.
Nati nella stessa città e vissuti in quartieri vicini, sicuramente ci siamo incrociati chissà quante volte nella nostra vita. Poi, io che avrei voluto fare il ranger nella valle della morte, ho finito per studiare grafica e fare il portiere per campare mentre lui, che avrebbe voluto fare il cartoonist, ha studiato matematica e si è ritrovato a fare l’informatico. 
Nessuno dei due ha finito per fare ciò che avrebbe voluto, ma entrambi, nel tempo libero, facevamo fumetti. A un certo punto della nostra esistenza, abbiamo collaborato con lo stesso editore, ma con progetti diversi. Le rette si sono avvicinate.
Il suo libro l’evoluzione della specie, uscito nel 2015, avrei voluto scriverlo io, in quanto quella storia è molto simile alla mia. Si, mi è piaciuto cosi tanto che ho rintracciato l'autore in rete per fargli i complimenti.
A quel punto le rette parallele si sono incontrate. E ci siamo ritrovati a parlare come se ci conoscessimo da sempre. Siamo rimasti così in contatto, ma ognuno ha proseguito per la sua strada.
Finché una serie di circostanze negative ha fatto si che la collaborazione principale di Cryx si interrompesse e, dopo qualche mese passato a ricaricare le batterie, mi abbia detto, poco prima di Lucca Comics 17: “E se facessimo qualcosa insieme?”
Pieri & Cryx seduti al loro solito bar

Come tutti gli autori di fumetti anch'io ho diverse idee nel cassetto. Una di queste girava da molto nel mio cervello. Ogni tanto, magari prima di addormentarmi ci ripensavo e aggiustavo qualcosa. Ormai il progetto aveva raggiunto una forma ben definita, aspettava solo il disegnatore giusto.
Cryx di solito è autore completo quindi se non me lo avesse chiesto lui, io non mi sarei mai fatto avanti. Il giorno dopo la sua proposta, nel giro di poche ore ho definito il tutto (personaggi, ambiente, storyline) e l’ho inviata alla sua mail. La reazione è stata più che positiva.
Abbiamo deciso il formato e la lunghezza delle storie. Da lì lui è partito con la caratterizzazione grafica dei personaggi ed io ho scritto i primi episodi. Dopo vari sondaggi, anche con altri autori, abbiamo scelto la strada del webcomic per far conoscere il fumetto e testare se al pubblico possa piacere.

I risultati per ora sono incoraggianti, tanti like, commenti e condivisione dei post. Sarà vera gloria? La risposta arriverà il 29 gennaio 2018 con la pubblicazione del primo di 24 episodi.
Stay tuned.

Disegno realizzato per la pagina fb di Viviane l'infermiera


VIVIANE L'INFERMIERA

dal 29/01/2018

Facebook, Twitter e Instagram
@vivianethenurse



lunedì 18 dicembre 2017

SCLS 15 SPECIALE MORENO BURATTINI

La copertina disegnata da Moreno Burattini

SCLS Magazine n. 15

dicembre 2017

I contenuti di questo numero:

Copertina  –  Moreno Burattini
Editoriale – In punta di dito di Francesco Pasquali
Moreno Burattini, uno sceneggiatore rapito da Darkwood e mai più restituito di Giampiero Belardinelli
Le storie – La lunga marcia di Massimo Manfredi
Ogni promessa è debito di Pierfrancesco Collalto
Le storie – La palude dei forzati di Federico Rademacher
E mi torturi entrambi… di Marco Frosali
Le storie – L’uomo che sconfisse la morte di Mario Donnini
Come si comincia a diventare Moreno Burattini...
Contributi di G. Pollicelli, D. Bevilacqua,
S. Climinti e F. Manetti
Dice di lui… Jacopo Rauch a cura di Stefano Bidetti
Darkwood friends forever… di Graziano Romani
Le storie – Cico & Companydi Stefano Bidetti
Intervista a Moreno Burattini a cura di Stefano Bidetti e Francesco Pasquali
Il Moreno che verrà di Marco Andrea Corbetta
Battista il collezionista, un mitico eroe per i collezionisti! di Stefano Bidetti
Il “mio” Battista di Filippo Pieri
Fumetti: Battista il collezionista
Postfazione faziosa di Moreno Burattini
La comica finale... di Walter Venturi
Il mio articolo dedicato a Battista il collezionista

venerdì 17 novembre 2017

FUMETTI A COLAZIONE (IX) : INCROCIATORE STELLARE “E. SALGARI” - Stagione 2 - di Autori Vari

UN’ASTRONAVE AUTARCHICA DA FUTURI GIA’ ANTIQUATI

Recensione di Andrea Cantucci



L’associazione Cagliostro E-Press ha già pubblicato in volume la prima stagione della serie di fantascienza “Incrociatore Stellare E. Salgari”, nata in brevi albi digitali sul sito della Cagliostro E-Press e questo secondo tomo ne raccoglie la seconda stagione di dodici episodi più un n°0. È un fumetto realizzato da oltre venti autori che si alternano, diversi per età, esperienze, capacità e scelte stilistiche (la maggior parte dei disegnatori hanno realizzato un episodio di dodici pagine a testa, alcuni scrittori ne hanno sceneggiati due).
I due supervisori, Umberto Sisia per i testi e Andrea Manfredini per i disegni, hanno evitato incoerenze troppo macroscopiche tra i vari episodi fornendo l’uno le trame, elaborate con altri due soggettisti, e l’altro i modelli di astronavi ed elementi scenici. Altri studi preliminari di alcuni personaggi sono stati eseguiti da Luciano Costarelli, disegnatore anche delle ottime copertine dei vari numeri ma non di quella del volume.

Cover Incrociatore Stellare E Salgari-stagione 2 disegno di Alberto Duca

Si fosse trattato di episodi auto-conclusivi, tale approccio cooperativo poteva avere una riuscita migliore, ma in una lunga storia a puntate come questa è inevitabile che il risultato sia discontinuo nello stile nonché nella qualità, anche per l’alternarsi di ritmi e montaggi diversi senza che ciò sia giustificato da esigenze narrative.
L’impostazione della storia muta del tutto ogni dodici pagine con conseguenze negative sulla comprensibilità del racconto, che risulta farraginoso e contorto, oltre che pieno di stereotipi superati, e l’assenza di riassunti dell’antefatto non aiuta. Vengono in parziale soccorso vari flashback e schede esplicative, ma né gli uni né gli altri chiariscono i motivi del conflitto in corso tra due astronavi di diversi universi paralleli. Che si rappresenti uno dei due equipaggi come fedele e leale, non si sa bene a cosa, e l’altro come malvagio, ribelle e traditore, non chiarisce nulla e risulta troppo semplicistico, se non sottintende addirittura vaghi contenuti reazionari…

La stazione spaziale J Verne disegnata da Pietro Mureddu

È inoltre difficile orientarsi tra tante fisionomie che cambiano aspetto di continuo, la cui identificazione è complicata anche dai doppioni degli universi paralleli e dalle versioni giovanili dei flashback. Questi ultimi si trovano anche in singole pagine sceneggiate da Sisia, che in ognuna tenta di concentrare il passato di un personaggio in poche vignette e frasi, finendo spesso per cadere in toni retorici abbastanza ingenui.
Nonostante la costruzione pretenziosa, la storia risulta più semplice di quanto sembri, ma anche scontata e deludente, concentrandosi quasi esclusivamente su battaglie di cui sfugge il senso. Come suggerisce il nome dell’astronave del titolo, l’intenzione dichiarata era aggiornare i cicli salgariani in chiave fantascientifica, ma tale obiettivo non è raggiunto anche perché, con la ricerca del decimo pianeta e tutto, in realtà ci si è ispirati molto di più a fumetti e cartoni giapponesi, in particolare a quelli di Reiji Matsumoto e specialmente a Uchu Senka Yamato (L’Incrociatore Spaziale Yamato), serie nota da noi nella versione animata come Star Blazers.

Il cyborg Dom Ottavio disegnato da Alberto Bonis

Da tale ispirazione derivano alcuni innegabili pregi della serie (la rinuncia a un singolo eroe a favore di una storia corale, la narrazione in progress simile a un serial TV o un romanzo, la grafica libera che supera i limiti dei formati italiani, la presenza di molte figure femminili altrettanto rilevanti di quelle maschili), ma anche tutti i suoi difetti tipici dei peggiori manga commerciali (l’ingenua contrapposizione manichea con cattivi esageratamente sadici e crudeli, l’eccessiva enfasi nell’affermare con forza e fin troppa sincerità le emozioni, l’immaturo sentimentalismo adolescenziale in personaggi adulti, la carenza di contenuti profondi nonostante una narrazione complessa, l’attribuire esagerate conseguenze su scala cosmica a banali rapporti individuali).

 Il cadetto Ruggero Vigo disegnato da David Emanueli

Inoltre gli eroi salgariani sono spesso di diversi paesi ed etnie e un’astronave della “Federazione Umana del Sistema Solare” dovrebbe avere membri di diverse nazioni e pianeti, invece la Salgari ha un equipaggio di soli italiani o quasi, cosa tanto più assurda oggi che ogni paese è sempre più multietnico. Che in un cosmo in cui l’umanità è finalmente unita, a parte un paio di (malvagi) tedeschi si vedano solo italiani, ricorda i beceri fumetti autarchici allineati alla propaganda fascista, in cui gli italiani erano sempre i soli eroi in qualunque parte del mondo si svolgesse la storia. Li ricorda anche l’ingenuo fastidioso militarismo con cui i protagonisti a volte inneggiano a obiettivi faziosi, come la gloria o la vittoria. E visto che la comandante nemica all’inizio si nasconde dietro un velo in stile arabo, è lecito anche il sospetto di qualche “velata” intenzione xenofoba…

Il guardiamarina Elsa Riva disegnata da Simone Rubes

Si è presa l’impostazione di certi serial di fantascienza, con militari del futuro, tagliandone tutti gli elementi progressisti umanitari e accentuando l’aspetto bellicista. Ma il militarismo c’entra poco coi romanzi di Salgari, in cui anche quando gli eroi sono italiani, cosa che non sempre accade, l’autore parteggia più spesso per ribelli e avventurieri che per gerarchie o poteri ufficiali, che di solito diventano invece i nemici da combattere.

la Salgari e Barbara Undro disegnati da Roberto De Angelis

Sa d’ingenuo fumetto autarchico anche l’antiquato nome del comandante della Salgari, Elio Fiermonte, più adatto a un eroe medievale che a un uomo del futuro, benché fedele allo stereotipo dell’italiano moro e baffuto. I suoi scontri con la versione parallela di un’ex-congiunta che lo odia, creano poi un conflitto più casalingo che epico, più adatto a una parodia che a una storia seria. Anche il lungo abito di lei con tanto di spada, così come la sua scomposta cattiveria, più che dramma rischiano di generare comicità involontaria.

 I comandanti nemici Elio Fiermonte e Barbara Undro e le loro navi disegnati da Marika Boero

Tra l’altro il nome della nave nemica, Tir Nan Og, significa Terra Della Gioventù in gaelico e indica una specie di paradiso del folclore irlandese, quindi non calza molto per un covo di “malvagi traditori”, a meno che con ciò gli autori non intendessero attaccare le giovani generazioni che ormai non leggono più Salgari…

Il Commodoro Fantasma con Barbara Undro e Heisenberg disegnati da Mirko Di Noia

Fra i membri dell’equipaggio della Salgari i più strani e ambigui sono il Commodoro Fantasma, un’intelligenza artificiale con le memorie dei passati comandanti della nave, e il sacerdote Dom Ottavio. Questi è riportato in vita e trasformato in cyborg nel solito universo parallelo, ma non sono stati sviluppati granché i paradossi impliciti in una tale resurrezione, che di punto in bianco ha tramutato un prete in una macchina assassina.

Il sergente Carla Alfieri con la Salgari e il satellite Luna 3 disegnati da Luciano Costarelli

Comunque, a parte tutte le riserve sui contenuti, alcuni autori hanno delle qualità. I migliori sceneggiatori sono i co-soggettisti Paolo Buscaglino Strambio e Stefano Bonazzi. Il primo, esperto di manga, monta scene e dialoghi in modo dinamico e serrato con pochi testi stringati ed essenziali. Il secondo, più legato a modelli italiani, compone scene con dialoghi chiari e scorrevoli. Gli altri scrittori, supervisore compreso, sembrano avere ancora qualcosa da imparare su come raccontare una storia in modo leggibile e coinvolgente.

Il guardiamarina Leya Gragnon disegnata da Andrea Manfredini

Il disegnatore più originale, espressivo ed efficace è Davide Emanueli, il cui stile si basa su sapienti contrasti netti, mentre i disegni più accurati sono le copertine disegnate da Luciano Costarelli e colorate da Simone Daraghiati. La precisione con cui, dall’una all’altra, muovono gli elementi sullo sfondo dimostra se non altro che potrebbero lavorare nel cinema d’animazione e ribadisce i legami coi cartoni nipponici. Costarelli se la cava bene pure nel disegnare l’episodio a lui affidato, con uno stile vicino al fumetto italiano tradizionale.

Il sergente Jaci e il dottor Dereus disegnati da Stefano Lanzara

Sono a livelli tecnici altrettanto validi il curatore grafico Andrea Manfredini, che passa da precisi disegni al tratto nelle scene in tempo reale a un ottimo uso delle sole mezzetinte nei flashback, l’essenziale Mirko di Noia, che supplisce con elaborati chiaroscuri a retini alla sua relativa avarizia di dettagli e di spessore nei contorni, e Roberto De Angelis (omonimo di un noto disegnatore di Nathan Never), uno dei più completi pur con qualche incertezza nelle composizioni di gruppo. Non sono disprezzabili neanche i disegni di Alberto Bonis, efficace nelle figure intere e dinamico nelle scene d’azione ma meno preciso nei volti, o di Cristian Polizzi, che disegna degli italiani simili a giapponesi e abbonda con dettagli, tratteggi e posizioni esasperate.

Sofia Undro disegnata da Luca Rossi

Tra gli altri disegnatori, a cui va comunque riconosciuto tutto l’impegno dimostrato, alcuni paiono più a loro agio coi disegni di elementi meccanici e tecnici che con le figure umane, anche perché hanno uno stile meno realistico e quindi un po’ meno adatto a una serie come questa. Altri invece riescono meglio nei primi piani o nei dettagli, senza riuscire a esprimere una padronanza completa proprio in tutti gli aspetti del disegno.

Il dottor Karl Heisenberg disegnato da Cristian Polizzi


In conclusione, pur vantando qualche pagina notevole, “Incrociatore Stellare E. Salgari” è una serie su un futuro che sa di già visto e con nuovi mondi un po’ troppo reazionari. Eppure nonostante ciò, o forse proprio per questo, vorrebbe far riconciliare i nostalgici degli anni ’30 (e forse della stupida autarchia d’allora) con gli odierni appassionati di manga, riunire chi viaggiò a bordo di volumi e albi firmati Salgari con chi abita la Terra della Gioventù di oggi... ma nonostante l’alleanza italo-nipponica di quasi ottant’anni fa, è più probabile che, come le due astronavi del fumetto, anche questi due universi rimangano separati e inconciliabili.

Il capo Nestor Cano e sua moglie da giovani disegnati da Francesca Simoni


Andrea Cantucci





Titolo: INCROCIATORE STELLARE “E. SALGARI” – STAGIONE DUE

Testi e disegni: Autori Vari

Formato: 220 pag. in bianco e nero

Editore: Cagliostro E-Press

Data di uscita: Ottobre 2017

Prezzo: € 15,90



P.s. In seguito a critiche ricevute dopo la pubblicazione di questa recensione l'autore del pezzo ci tiene a precisare che:

Ogni critica è sempre molto soggettiva. Capisco che sia più facile dentro di sé cercare di delegittimare l'autore di una recensione che mettersi in discussione e tenere conto delle critiche ricevute. Ma poiché a mio parere ogni lettore ha il diritto di fare critiche, non ritengo di dover dimostrare la mia competenza elencando le mie modeste attività nel settore. Non avrei comunque difficoltà ad ammettere che, per motivi di sintesi, questa recensione possa non essermi riuscita particolarmente bene rispetto ad altre che ho scritto e che l'indubbio impegno degli autori avrebbe meritato anche un maggiore approfondimento e analisi.

Sono stato abbastanza severo verso questo volume anche perché vi ho visto delle potenzialità sprecate. Credo che molti autori coinvolti potrebbero davvero fare cose ottime e di qualità, ma non credo che il modo migliore per aiutarli a realizzarle sia fingere che la storia a cui hanno collaborato non abbia punti deboli (forse chi ci lavora dall’interno non si accorge di quanti passaggi poco chiari e poco verosimili contiene... se vi dovesse interessare, sarei anche disponibile a farvene un elenco dettagliato).

Rinnovo quindi i miei complimenti soprattutto ai disegnatori che ho citato nell'articolo e auguro anche a tutti gli altri di riuscire a progredire sempre di più, senza adagiarsi in facili autocompiacimenti, non solo da un punto di vista professionale ma anche artistico e culturale, insomma in tutti i sensi...
Andrea Cantucci

lunedì 13 novembre 2017

SBAM! COMICS N°36 ONLINE


È uscito in Rete il numero 36 di Sbam! Comics - la rivista a fumetti sui fumetti. 
scaricabile gratuitamente dal sito con, tra le tante cose,
la nostra parodia di Saguaro by Filippo Pieri & Kant.


IN COPERTINA
Da alcuni mesi, in edicola stiamo scoprendo le origini di Tex Willer,certamente uno degli eroi più rappresentativi del Fumetto italiano, tornando indietro nel tempo addirittura fino a quando era bambino. Abbiamo incontrato l’artefice di questa operazione, lo sceneggiatore Mauro Boselli, e l’autore delle eccellenti tavole dell’ultimo Maxi Tex, Pasquale Del Vecchio, nostro copertinista del mese.

GIOVANI ANCHE…
… Diabolik e Topolino: interviste a Mario Gomboli, che con il suo team sta da anni ricostruendo tutti i punti oscuri del passato del Re del Terrore, e a Massimo Bonfatti, che – sui testi di Casty – ha disegnato l’incontro del Topolino di oggi con quello delle origini.

L’ULTIMO RAT-MAN
La fine di una saga ormai storica, ma non la fine di un mito: Rat-Man, il grande eroe di Leo Ortolani, è ormai di diritto nel gotha delle Nuvole Parlanti di tutti i tempi.

EMILIO SALGARI, PRIMO FUMETTISTA ITALIANO
Una definizione del genere può apparire ardita, ma non lo è, se pensiamo a quanti eroi del Fumetto devono tanto, davvero tanto, al grande Emilio Salgari. Come non essere lieti dunque del lancio di ben due nuove serie dedicate al genio di Verona? Ne parliamo con Pasquale Frisenda e con Enrico ‘Nebbioso’ Martini.


REVIEWS E MOLTO ALTRO
Sbam-carrellata di novità in libreria, edicola e fumetteria, con le nostre recensioni. Inoltre, su queste pagine: i consigli “in pillole” della Scuola del Fumetto di Milano per approcciarsi alla Nona Arte; la mostra di Wow Spazio Fumetto dedicata alle Principesse Disney; l’iniziativa FumettoLab; una nostra analisi dell’evoluzione delle serie tvgriffate Marvel; le news-Flash dai vari editori. E, naturalmente, alcune pagine-assaggio tratte dai nostri Sbam! Libri.

FUMETTI
Le strip del Tarlo, Federica, PV, Pappatacio, Mario Airaghi, Gatto Pepè, Funny Zoo e Penguin Bros. La parodia di Pieri&Kant. Il fantasy-horror di Anita Zaramella. L’underground di David Caglioni. I racconti brevi di Marcello Bondi, stavolta con Maria Forleo, Damiano Boscaratto e Sergio Acampora.

C'è quindi anche stavolta (ma per l'ultima volta) un po' di Dime Web su questo numero, con una la parodia di Magico Vento inizialmente pubblicata sui Quaderni Bonelliani in una versione più corta e in bianco e nero. 

Tutto questo e molto altro su Sbam! Comics 36.

giovedì 19 ottobre 2017

MR PRESIDENT: I PIRATI DELLA MAGNESIA #5


Perché no? Sambukan e Ciccioyanez, perennemente al verde, si recano in banca per chiedere un prestito - che gli viene negato, non avendo nessuna garanzia. All’uscita dall’istituto di credito la Tigre della Magnesia ritrova il suo vecchio compagno di cella, il professor Badly Off. Questi, saputo dei loro problemi, gli suggerisce un modo per arricchirsi: entrare in politica e candidarsi come nuovo Governatore della Magnesia. Riuscirà il nostro eroe a battere il candidato rivale Ronald Plump e vincere le elezioni? Lo scoprirete solo leggendo.


È possibile scaricare gratuitamente l’albo dal sito della Libreria Digitale Subaqueo!

venerdì 8 settembre 2017

SBAM! COMICS N°35 ONLINE




È uscito in Rete il numero 35 di Sbam! Comics - la rivista a fumetti sui fumetti.
scaricabile gratuitamente dal sito con, tra le tante cose,
la nostra parodia del Comandante Mark e il Grande Blek by Filippo Pieri & Kant.

PRE-COVER
Dall’esperienza della rivista digitale fumettosa più bella di tutti i tempi (ehm…), ecco nelle migliori librerie i primi titoli della nostra nuovissima collana di volumi: sono nati gli Sbam! Libri. Tutti i dettagli dell’iniziativa.

IN COPERTINA
Il centenario del Re del Fumetto, Jack Kirby: per celebrarlo come si deve, abbiamo intervistato l’eccellente Ron Frenz, l’ultimo dei kirbyani, copertinista d’eccezione di questo numero di Sbam!, e ripercorso l’incredibile carriera del King!

FUMETTO E SCUOLA
Fortunatamente, sono ormai molto lontani i tempi in cui nelle scuole vigeva il più assoluto ostracismo per i fumetti. Ma, oggi, che rapporto c’è tra scuola e Nona Arte? Lo abbiamo chiesto a chi di insegnamento del Fumetto se ne intende, Laura Scarpa, e a un docente che propone anche il Fumetto nelle sue lezioni, Paolo Forni.

UN RE DEL TERRORE IN CAMPO
Mai Diabolik aveva avuto a che fare col calcio. Almeno fino ad ora: con l’albo di settembre, il Re del Terrore entra a gamba tesa nel mondo del calcioscommesse. Ci hanno raccontato tutto gli sceneggiatori Enrico Lotti e Alessandro Mainardi, interista il primo, juventino il secondo…

              


FARE FUMETTI… SENZA DISEGNARLI?
Non solo Sio: ormai sono tanti gli autori di fumetti che ammettono candidamente di non saper disegnare! Abbiamo incontrato uno di loro: Charlie B., autore dei Fumetti disegnati peggio.

REVIEWS E MOLTO ALTRO
Sbam-carrellata di novità in libreria, edicola e fumetteria, con le nostre recensioni. Inoltre, su queste pagine: Alessandro Costa di porta dietro le quinte dei corsi di Fumetto umoristico della Scuola del Fumetto di Milano; la mostra di Wow Spazio Fumetto dedicata al King; le news-Flash dai vari editori; le “facce da comics” di Adriana Roveda. E naturalmente, alcune pagine-assaggio tratte dai nostri Sbam! Libri!

FUMETTI
Le strip del Tarlo, Federica, PV, Pappatacio, Satirichinson, Gatto Pepè, Funny Zoo, Penguin Bros. e Kugio & Gina. La parodia di Pieri & Kant. Le talpe mutanti di Antonio Pannullo. Il fantasy di Fascinella e Zuppini. I racconti brevi di Marcello Bondi, stavolta con Biagio Leone e Lorenzo Nanni.

Tutto questo e molto altro su Sbam! Comics 35.


lunedì 14 agosto 2017

I PIRATI DELLA MAGNESIA VI ASPETTANO SU SUBAQUEO.IT


«Sandokan è un uomo in grado di trascinare, è nato capo. Con lui dieci uomini sono un esercito. Dove si arriva dopo giorni di ragionamento lui arriva in un attimo. Lo uccidete e lo rivedete vivo. Riuscite a prenderlo, ma è già scappato. Non combattete solo un uomo, ma una leggenda.» (Lord James Brooke nel film La tigre è ancora viva: Sandokan alla riscossa!, 1977)

Sono sempre stato un ammiratore del romanziere veronese Emilio Salgari e del suo personaggio più famoso Sandokan, nato dalla sua fervida fantasia nel 1883 ed entrato a pieno diritto nell'immaginario collettivo grazie ad una serie ben riuscita di romanzi che ne hanno ispirato vari adattamenti cinematografici e televisivi.
Sono cresciuto vedendo lo sceneggiato televisivo di mamma Rai con Kabir Bedi nella parte di Sandokan, ed è stato quasi inevitabile che, quando dopo aver letto tanti fumetti decisi di provare a farne uno anch'io, la scelta finisse per ricadere su la tigre della Malesia.

Le storie umoristiche dei Pirati della Magnesia raccontano l'avventura con la A maiuscola, quella che ogni bambino sogna quando impugna un pezzo di legno e immagina di essere un pirata, di avere una nave, un equipaggio e solcare i mari in cerca di preziosi tesori.

I Pirati della Magnesia sono un gruppo variegato di filibustieri segnati dalla profonda crisi economica dei nostri giorni, che li porta a navigare i mari con una zattera e a non poter usare le armi, perchè non hanno più soldi per comprare i proiettili.

Il loro capitano è Sambukan il cui nome deriva dall'immancabile bottiglia di Sambuca che stringe sempre tra le mani insieme alla spada e che lo aiuta a dimenticare i suoi colpi non riusciti. Accanto a lui il fido braccio destro CiccioYanez, vera mente geniale del gruppo che è ingrassato dopo aver smesso di fumare mangiando continuamente sigarette di cioccolata. Insieme al resto del gruppo,TremaMai, Kuannomuori e Mariannakan, l'eterna fidanzata di Sambukan, continuano a sognare il grande colpo, quello che li sistemerà per tutta la vita e che probabilmente non arriverà mai.

Le loro umane disavventure e i (vani) tentativi di rapina ci regalano momenti di risate e buonumore, tant'è che alla fine anche i lettori faranno il tifo per dei pirati che "fanno cagare", della magnesia, appunto.

Su la libreria digitale dell'associazione culturale Subaqueo sono disponibili gratuitamente i primi 4 episodi:

Il prossimo numero sarà intitolato Mr President, e sarà disponibile prima di Lucca Comics & Games 2017


martedì 1 agosto 2017

FUMETTI A COLAZIONE (VIII): DYLAN DOG INDEX 1 - 25



“Dylan Dog Index 1-25” di Nicola Magnolia e Francesco Manetti

UNA MOSTRUOSA ANALISI CRITICA DI 24 INDAGINI DA INCUBO

Recensione di Andrea Cantucci


Stavolta non recensiamo un libro cartaceo a fumetti, ma un e-book che parla di un fumetto, o meglio che ne esamina nel dettaglio i primi ventiquattro episodi, contenuti in venticinque storici albi usciti tra il 1986 e il 1988. La serie è quella del celebre Dylan Dog e non dovrebbe più esserci bisogno di spiegare quanto sia stata innovativa e fondamentale per l’evoluzione del Fumetto popolare italiano, anche se i motivi profondi del suo successo non devono ancora essere stati compresi del tutto, visto che non è stato riprodotto da altri.

Ora sia l’appassionato di Dylan che il semplice curioso dispone di un rapido strumento in più per accedere a ogni sorta informazioni, anche poco note, sui suoi primi albi. Chi volesse sapere per esempio a partire da che numero Tiziano Sclavi ha deciso che il suo eroe dovesse essere astemio, o vegetariano, o in quali albi è apparso questo o quel personaggio… beh, per accedere a questi dati e molti molti altri non avrà più bisogno di scartabellare gli albi della sua collezione, né di vagare per il web o di acquistare costosi saggi cartacei, peraltro senza garanzie di trovare ciò che cerca. Anche chi volesse rintracciare la vera “via Craven” di Londra al cui n°7 si trova una porta come quella di Dylan Dog, non avrà bisogno di visitare di persona l’Inghilterra…


A coloro che avessero simili curiosità, o volessero sapere il più possibile sulle prime storie di Dylan e i loro autori, nonché sugli innumerevoli artisti e opere d’ogni campo ivi citati, basterà consultare on line il primo volume del dettagliatissimo Dylan Dog Index redatto dai due benemeriti esperti Nicola Magnolia e Francesco Manetti. Per ora si sono occupati dei primi venticinque albi della serie, ma tante e tali sono le informazioni e le ampie note critiche che ne hanno tratto da aver riempito oltre trecento pagine. Visto che Dylan Dog ha superato i 360 numeri e ammesso che vogliano procedere con altrettanta cura e precisione nella disamina dei successivi, è presto fatto il conto di quanti altri volumi ci vorranno per portare avanti una così meticolosa analisi, oltre una dozzina, sempre se i curatori saranno fermamente determinati ad arrivare ai nostri giorni.

Dopo l’introduzione programmatica degli autori, apre il volume un’accurata e accorata prefazione, scritta con cognizione di causa da Moreno Burattini, in difesa del collezionismo e dei cataloghi che i più esperti redigono a beneficio di altri appassionati. Non ci sarebbe bisogno di ribadire la legittimità di scrivere elenchi e critiche sui singoli albi di una serie a fumetti, se non fosse ancora diffusa quell’atavica denigrazione sul piano culturale di cui il fumetto è oggetto da un secolo. Gli esperti di pittura, letteratura o cinema compilano elenchi e critiche su singole opere di questo o quell’autore senza che nessuno se ne meravigli. Non c’è quindi niente di maniacale, se non in senso buono, nella passione disinteressata con cui certi mai troppo ringraziati esperti si dedicano alla ricerca di dati, alla critica e all’archiviazione di singole opere a fumetti, soprattutto se importanti come le storie di questi albi per le ripercussioni che di lì a poco ebbero sul loro intero settore.


Per ognuno degli albi della serie, esaminati in un capitolo per ciascuno, Magnolia e Manetti hanno redatto innanzitutto una dettagliata scheda, indicando tutti i credits e i contenuti delle pagine, compresi redazionali e pubblicità. A questa segue l’elenco dei personaggi principali di ogni singola storia e un riassunto del suo argomento, soprattutto dello sviluppo iniziale della trama, evitando in genere di svelare troppo su come si evolve nella parte finale, anche se qualche altro dettaglio può essere a volte svelato nelle pagine successive.

Ai riassunti di ogni storia segue infatti un’ampia sezione critica, dal titolo sempre diverso, che ne analizza il rapporto con le opere principali che hanno ispirato il soggetto, per lo più cinematografiche o letterarie ma a volte anche fumettistiche. Nel capitolo dedicato al n°1, gli autori si soffermano subito dopo anche sull’analisi delle caratteristiche del protagonista, della spalla comica e degli altri personaggi cardine della serie.

In ogni capitolo seguono poi per ogni albo altre due sezioni critiche, una sul testo, che analizza contenuti e montaggio della sceneggiatura, nonché i suoi rapporti con episodi precedenti e/o successivi, e una relativa al disegno, ovvero all’analisi di stile e grafica delle immagini. Sia parlando del testo che del disegno si sottolineano anche le eventuali innovazioni di ogni storia rispetto a quella che era la norma dell’epoca. Tali sezioni tecniche, parlando di volta in volta dell’esordio nella serie dei vari scrittori e disegnatori, forniscono inoltre informazioni biografiche su di loro e sulle loro carriere nel settore del fumetto. Nel primo capitolo, dopo il disegno e a proposito di grafica, si parla pure del logo di testata della serie e di chi lo ha realizzato.



Chiude l’apparato di ogni capitolo, dedicato a un diverso numero di Dylan Dog, una lunga sezione su altre citazioni & curiosità finali, in cui sono elencate soprattutto le innumerevoli citazioni interne dell’albo, relative a film, romanzi, testi di canzoni, altri fumetti, dipinti, poesie e perfino spartiti musicali, ognuna delle quali è l’occasione per una più o meno lunga digressione sull’opera o l’autore citati. Rientrano tra queste anche le tante citazioni, anticipazioni e discussioni contenute nei redazionali originali, mai ristampati dopo la prima edizione. In fondo alla sezione sono inoltre riportati gli eventuali remake successivi dell’episodio.

Curiosamente non sono invece stati indicati quasi mai i titoli dei capitoli in cui all’epoca si divideva ogni storia, un residuo di quando gli albi Bonelli raccoglievano ristampe di brevi albi a striscia. Solo qualche titolo dei due capitoli interni è riportato a volte nella sezione delle citazioni, se è una frase che rimanda ad altro.



A ogni modo il lavoro di ricerca e analisi critica degli autori è meticolosissimo e, al di là dei giudizi personali su qualche particolare, è anche largamente condivisibile nelle valutazioni generali. Chi volesse cercare errori a ogni costo dovrà accontentarsi di quei pochi refusi che saltano sempre fuori in simili opere enciclopediche.

Completa infine il catalogo, a mo’ di postfazione, una sezione sui numeri dei primi venticinque albi di Dylan Dog scritta da Saverio Ceri, co-fondatore e curatore con Manetti del blog Dimeweb, su cui scrive un’analoga rubrica intitolata “Diamo i numeri”. I più pignoli tra i fan vi potranno scoprire, con precisione degna del Guinness dei Primati, non solo quante tavole in quel periodo sono state scritte o disegnate da ogni autore, ma perfino quante vignette e con che media di vignette per pagina. Il paziente Saverio, che le ha contate per loro, ha accertato così anche quale storia di quel periodo contenesse più vignette, oppure meno vignette delle altre, dati statistici non fini a sé stessi visto che, confrontandoli con quelli delle storie odierne di Dylan, il precisissimo Ceri ne trae interessanti deduzioni sul maggiore o minore impegno di attenzione richiesto per leggere le storie di ieri o di oggi, il ché ci dice qualcosa anche sulla frenesia dei tempi in cui viviamo.



In conclusione, per quanto di una serie come questa sia già stato detto moltissimo se non proprio tutto, ben vengano nuovi interessanti approfondimenti, analisi e curiosità, quando sono accurati come quelli sviscerati in queste pagine, a condizione di ricordare che simili cataloghi non intendono certo, né potrebbero mai, sostituire il piacere della lettura diretta delle storie originali. Anzi servono soprattutto a far venir voglia di leggerle a chi non l’avesse ancora fatto, o di rileggerle con maggior consapevolezza di quale background, ricchezza di significati, impegno umano e sapienza artigianale stiano dietro alla loro realizzazione...



Andrea Cantucci







Titolo: DYLAN DOG INDEX 1-25

Autori: Nicola Magnolia e Francesco Manetti

Prefazione: Moreno Burattini

Numeri della postfazione: Saverio Ceri

Editore: Phasar Edizioni

Formato: 330 pag. circa


Il volume in formato kindle può essere rintracciato e consultato on line tramite i seguenti siti internet:

www.phasar.net

https://www.amazon.com/dp/B06ZYXWFTY

dimeweb.blogspot.it



giovedì 6 luglio 2017

SBAM! COMICS N°34 ONLINE



È uscito in Rete il numero 34 di Sbam! Comics - la rivista a fumetti sui fumetti.
scaricabile gratuitamente dal sito con, tra le tante cose,
la nostra parodia di Julia Kendall by Filippo Pieri & Kant.

IN COPERTINA
Il colore colpisce l’occhio e riproduce più fedelmente la realtà. Ma il bianco e nero ha un fascino del tutto speciale, ed è perfetto per evidenziare il tratto del disegnatore. Ne abbiamo parlato con Luigi F. Bona, storico della Nona Arte e direttore del Museo Wow di Milano, e abbiamo incontrato due grandi artisti come Moreno Chiacchiera (il copertinista di questo numero) e Pasquale Frisenda.

UNA SCHIAPPA FENOMENALE
Sarà pure una “schiappa”, ma i numeri che sfoggia sono quelli di un fuoriclasse: la serie best-seller del Diario di una Schiappa infrange un record di vendite e di successo dopo l’altro. Abbiamo incontrato l’autore Jeff Kinney e la traduttrice dell’edizione italiana, Rossella Bernascone.

CON QUELLO STILE UN PO’ COSI’…
Magari ha uno stile un po’ vintage (o retrò? O addirittura datato?) ma funziona. Lo garantisce il maestro Giovanni Romanini. Il nostro incontro con Maurizio Torrisi, in arte Mautorr.



LEGIONARI A FUMETTI
Da sempre ispira romanzi, film e l’avventura in genere, eppure non si ricordano grandi protagonisti nella Legione straniera a fumetti. Con qualche eccellente eccezione, a cominciare dal capolavoro di Dino Battaglia e dai tanti eroi che tra le dune hanno fatto almeno una “gita”… Inoltre: i Dropouts, i naufraghi di Howard Post.

REVIEWS E MOLTO ALTRO
Sbam-carrellata di novità in libreria, edicola e fumetteria, con le nostre recensioni.
Inoltre, su queste pagine: ricordiamo con Lola Airaghi i fumetti del ragionier Fantozzi; tutte le novità del Museo Wow di Milano; consigli per le vostre letture estive; le news-Flash dai vari editori; le “facce da comics” di Adriana Roveda.

FUMETTI
Le strip del Tarlo, Federica, PV, Pappatacio, Satirichinson, Gatto Pepè, Funny Zoo, Penguin Bros. e Kugio & Gina. La parodia di Pieri&Kant. L’inquietante segreto rivelato da Cristina Francesetti e da Ganù. Quello strano bar dello Spazio Beluga. Il Runner di Kross & Chiapparini. I racconti brevi di Marcello Bondi, stavolta con Matteo Galardini e Marianna Bavieri.

Tutto questo e molto altro su Sbam! Comics 34.

sabato 10 giugno 2017

UN PICCOLO PASSO, LUNGO VENT'ANNI

A differenza di quello di Amstrong, che scendendo sulla luna fece "un piccolo passo per un uomo, un grande passo per l'umanità", esattamente venti anni fa, successe quello fu un piccolo ma importante passo per me, l'uscita del numero 16 di Dime Press. Al suo interno c'era il mio primo fumetto pubblicato. Niente d'importante quindi, la terra avrebbe continuato a girare lo stesso anche senza quella pubblicazione, ma voglio ricordare quel momento per quelli che seguono questo blog o forse solo per me stesso. Si trattava della parodia di Martin Mystere, presentata all'interno della rubrica Post office, curata da Francesco Manetti. Fu proprio quest'ultimo come ho già raccontato qui, che in un mio incontro alla libreria Mondi Paralleli di Prato, ebbe l'idea di suggerirmi di fare qualcosa in tema Bonelli, dopo aver visto i miei lavori di ritorno dal concorso per giovani autori di Prato. (tra l'altro quei lavori comprendevano la prima versione dei Pirati della Magnesia per la quale Manetti, molti anni dopo ha curato la prefazione chiudendo così un ipotetico cerchio)
la matita di Martin Riddle di Pieri & Ferretti pubblicato Dime Press 16


Allora pensai che fu il caso a farmi fermare lì quel giorno, anzichè proseguire dritto, ma oggi penso che quello che accade è frutto di quanto abbiamo dentro di noi. Le persone che incontriamo le cerchiamo. Quell'incontro quindi non fu frutto del caso, ma doveva succedere. Servì a darmi un pò  di consapevolezza nei miei mezzi e a continuare, nel tempo libero, a fare fumetti.

Il n°16 di Dime Press uscito nel Maggio del 1997

Purtroppo l'esperienza su Dime Press si esaurì velocemente, e dovettero passare molti anni prima che una nuova parodia fosse pubblicata. L'occasione nacque con il blog Dime Web, erede elettronico di Dime Press, che dapprima pubblicò le parodie rimaste nel cassetto, e successivamente le nuove parodie create appositamente per i quaderni bonelliani.

La versione finale di Martin Riddle apparsa su Sbam! Comics 23

La terza e definitiva impostazione delle nostre parodie coincise con il numero 600 di Zagor, uno dei miei fumetti preferiti. In vista dell'anniversario, previsto per Luglio 2015, proposi a Sbam Comics una nuova versione, più lunga e a colori, della parodia dello Spirito con la Scure pubblicata su Dime Press anni prima. La parodia piacque al direttore, e contrariamente ad ogni previsione, fu solo la prima di una serie che continua ininterrotta da allora ogni due mesi, su Sbam! Comics

Il n°22 di Sbam! Comics contenente la parodia di Zagor


Abbiamo bonariamente preso in giro Zagor, Martin Mystere, Dylan Dog, Magico Vento, Morgan Lost, Nick Raider, Nathan Never, Mister No, Tex, Brendon, Ken Parker (oltre a il Comandante Mark, Saguaro e Lukas)
Ma la prima caricatura di Martin Mystere resta quella a cui siamo più affezionati e quella più ripresa in rete sia da Ayms (associazione culturale amici di Martin Mystere) sul loro bollettino n°25 https://www.scribd.com/document/289675560/Il-Bollettino-Di-Amys-Nr-25-2015 sia da Agarthi, il forum di Martin Mystere http://agarthi.forumfree.it/?t=20244163, che ne ha palato in un suo tread.


Il piccolo passo di Amstrong


martedì 6 giugno 2017

FUMETTI A COLAZIONE (VII): ANCHE I PROGRAMMATORI PIANGONO

Recensione di UN GIORNO DA SISTEMISTA di Cryx

di Kant

La cover del nuovo libro di Cryx in vendita su Amazon

Ecco che nel 2017 il cartoonist-informatico Cryx, al secolo Cristiano Corsani di Firenze, ci riprova pubblicando (in proprio e col sistema della stampa su richiesta) un secondo volume a fumetti dopo il divertente “L’Evoluzione della Specie” da noi già recensito. Tono e stile di testi e disegni sono sempre spassosamente umoristici e l’argomento è ancora la sua vita di esperto informatico, anche se, come per tanti altri, il suo impiego fisso in una piccola ditta non può dargli le soddisfazioni sognate in gioventù. Come dice il titolo del libro, “Un Giorno da Sistemista”, il suo compito è semplicemente di fare in modo che tutti i sistemi informatici, computer e connessioni di rete varie della sua azienda funzionino a dovere… Ebbene no, in questo caso il sistemista non è chi prova tutti i sistemi per vincere al totocalcio come potremmo pensare noi profani, quelli che l’autore, prendendo in prestito la terminologia delle storie del celebre maghetto Harry Potter, definisce babbani.

Cryx al lavoro

Chi sono i babbani? Le persone prive di poteri magici. E cosa c’è di più simile ad astrusi incantesimi, se non i funzionamenti delle moderne tecnologie che ci circondano? Per chi non è addentro alle loro meccaniche e ai loro sistemi, possono di certo apparire altrettanto misteriosi e incomprensibili, anche quando gli inesperti a digiuno di informatica sono delle persone che usano tutti i giorni da anni e anni computer e cellulari di ultima generazione e quant’altro di tecnologico sfornato freneticamente dal mercato. Il termine babbano, che in italiano sembra una via di mezzo tra babbeo e baggiano (tutti sinonimi di sciocco), può avere in effetti una certa sfumatura di ingenuo e tontolone… ed è chiaro che qui l’autore lo usa proprio per questo.
Insomma il giorno tipo di Cryx, da lui descritto in questa storia (già apparsa a puntate sul web magazine di tecnologia Tom’s Hardware Italia), lo vede alle prese non tanto con le sue effettive mansioni aziendali, ma soprattutto con tutti i colleghi, gli amici o i semplici conoscenti che lo assillano continuamente perché rimedi ai disastri da loro combinati, riparando i moderni marchingegni di cui tutti noi non sapremmo più fare a meno, ma di cui sembra che quasi nessuno tranne il “sistemista” comprenda realmente il funzionamento…


Neppure l’arrivo saltuario di uno stagista non pagato, che si intende di informatica quanto e più di lui, può essere visto dal protagonista come un conforto che lo sollevi almeno in parte dalle sue fatiche, ma anzi contribuisce a farne aumentare ancora di più lo stress quotidiano, visto che diventa un pericolo per il suo posto di lavoro, oltre che un’occasione per elencare ancora più dettagliatamente tutti i disagi della sua umile e assai poco gratificante professione, proprio allo scopo di scoraggiare il potenziale concorrente.
Dal punto di vista del linguaggio fumettistico, la differenza principale rispetto a “L’Origine della Specie” è qui la presenza massiccia e quasi costante del colore, com’è comprensibile per un fumetto realizzato per il web, con toni primari accesi da cartoon e qualche sfumatura appena più scura che cerca di suggerire le ombre dando un minimo di tridimensionalità ai volumi. Ma in fondo la storia sarebbe stata ugualmente gradevole ed efficace anche in bianco e nero, qui invece usato solo per distinguere dal resto due o tre scene visionarie.


Infatti Cryx fa largo uso di flashback e digressioni, spesso vere e proprie visioni oniriche dell’autore-personaggio, che anche qui mette ampiamente in gioco e in mostra la sua vita privata, in quello che non a caso definisce un reality comics, non nascondendo al lettore le proprie figuracce e rivelando al contrario come anche l’informatico più navigato possa avere fatali momenti di sbadataggine nel suo stesso settore.
Neppure Cryx insomma è del tutto immune alle debolezze e ingenuità che rimprovera agli altri e, in questo come in altri suoi fumetti, è anzi il primo bersaglio del proprio sarcasmo, cosicché nonostante le sue competenze professionali, la sua auto-ironia gli conferisce una dimensione paperinesca di cronico perdente che non può che far identificare e simpatizzare con lui il lettore. Nei suoi incubi ricorrenti può diventare un soldato meccanizzato stile Avatar preso di mira dal nemico, o vedersi aggredire nel sonno da un mostruoso virus che ha assunto forma fisica. Nei suoi sogni a occhi aperti in stile Walter Mitty può assumere le vesti di un secondo inascoltato su un vascello, o di un Tarzan seccato dagli scimmiotti bercianti che lo circondano.



Ma è soprattutto il fatto che il Cryx autore rappresenti il Cryx personaggio con tutti i suoi difetti, i suoi stress, i suoi guai e le sue arrabbiature, a rendere divertente la storia e il suo protagonista, in un racconto scorrevole e simpaticissimo, che non addentrandosi più di tanto in spiegazioni tecniche, risulta perfettamente comprensibile e apprezzabile anche per tutti noi babbani che non siamo troppo esperti di cose informatiche.
E oltre a essere un provetto programmatore e sistemista, al punto da permettersi di prendersi gioco delle ignoranze altrui in questo campo, Cryx se la cava molto bene anche col montaggio scenico dei suoi fumetti, dosando senza esagerare gli effetti speciali digitali e mantenendo per lo più uno stile grafico semplice e immediato. Nonostante ciò, a volte si prende qualche pericolosa libertà, per esempio nell’ordine dei balloons che spesso dispone dall’alto in basso anziché da sinistra a destra, o addirittura controsenso, eppure riesce a risultare ugualmente leggibile e chiaro guidando l’occhio del lettore con estemporanei escamotage grafici.
L’unica vignetta del volume in cui la giustapposizione tra parole e immagini non funziona, è la scena in cui Cryx parla con un giovane stagista che intanto se la svigna lentamente dalla porta. Purtroppo in quel caso mentre i molti balloons, pur zigzagando su e giù come al solito, vanno giustamente da sinistra a destra, le figure in successione del personaggio che si sposta vanno da destra a sinistra (come indicano anche i numeri inseriti dall’autore accanto a ognuna), quindi non possono mai combaciare coi testi che le sovrastano. Per raffigurare con efficacia un personaggio in più momenti consequenziali in una sola vignetta, sarebbe invece stato obbligatorio disporne il movimento nel senso di lettura, magari inquadrando la scena dal punto di vista opposto. Quindi almeno in un piccolo dettaglio, che comunque non rovina affatto il piacere e il divertimento complessivo della lettura del volume, se il sistemista Cryx non teme rivali, il Cryx fumettista al tempo di questa storia aveva qualche piccolo segreto del mestiere di cui doveva ancora appropriarsi completamente.


Ma come autore la direzione era già quella giusta, come dimostra la padronanza di Cryx in molti meccanismi alla base di un buon fumetto, dai passaggi analogici ai montaggi di scene alternate, dall’uso dei dettagli alle panoramiche dall’alto, dalla narrazione didascalica in prima persona alle ellissi narrative che non necessitano di spiegazioni. È anche un fumettista produttivo in modo costante, per uno che scrive e disegna nel tempo libero (le cinquantotto pagine di “Un Giorno da Sistemista” uscirono on line in ventotto puntate settimanali). Gli auguriamo quindi che in un non lontano “giorno da fumettista” possa diventare questa la sua nuova professione, anche perché la scena in cui Cryx si abbandona al pianto, per la disperazione di essere rimasto incastrato da anni a fare un lavoro che non ama, nella sua comicità risulta drammaticamente sincera…


Kant





Titolo: Un Giorno da Sistemista

Testi e disegni: Cryx

Formato: 68 pag. a colori

Data di impaginazione: 2017



Storia e volume si possono rintracciare e richiedere attraverso i seguenti siti:
Amazon
www.tomshw.it
www.cryx.it

venerdì 2 giugno 2017

PULP SCIENCE-FICTION CON SORPRESA

Recensione dell'albo MONDI PARALLELI di Francesco Manetti e Luciano Costarelli

di Andrea Cantucci


La matita della regular version dell'albo di Luciano Costarelli

Come spiega Moreno Burattini nella prefazione a questo pregevole albo auto-prodotto dagli autori in tiratura per ora limitatissima, quella delle microstorie di fantascienza basate non su lunghi svolgimenti avventurosi, ma su rapide conclusioni con finale a sorpresa, che sconvolge in qualche modo le premesse, è una tradizione che si impose definitivamente coi grandi scrittori della science-fiction sociologica degli anni ’50 e fu applicata anche nei fumetti a partire dagli albi antologici pubblicati negli stessi anni dall’editrice E.C. Comics e poi da molti altri editori che fiutarono la moda del momento, comprese D.C. Comics e Marvel. 

La straordinaria regular cover di Luciano Costarelli.

Il gioco consisteva nel rielaborare (in modo post-moderno, diremmo oggi) gli elementi più o meno ingenui di tanta space opera pulp dei decenni precedenti, aggiungendovi maggiore ironia e più consapevole spessore narrativo, andando oltre i banali conflitti tra presunti eroi e presunti malvagi e applicando al contesto fantascientifico moderno la struttura del racconto fantastico breve ad effetto, messa a punto oltre un secolo prima da autorevoli precursori letterari come E.T.A. Hoffmann o Edgar Allan Poe. In effetti già scrittori specializzati nella space opera più classica, come il creatore di Capitan Futuro Edmond Hamilton, si erano cimentati con successo nella confezione di racconti brevi di fantascienza ad effetto, almeno fin dall’inizio degli anni ’30 del ‘900. 

L'illustrazione del sommario di Luciano Costarelli

Sono ora i nostri valorosi Francesco Manetti e Luciano Costarelli a essersi cimentati nel genere sfidando il confronto con cotanta tradizione, che se in TV portò a un serial di successo come “The Twilight Zone” (Ai Confini della Realtà), nei fumetti U.S.A. finì un po’ per estinguersi negli anni ’70 per la concorrenza dovuta al revival dei super-eroi, anche se gli antologici dell’orrore, basati più sul terrore dell’irrazionale che sulle teorie pseudo-scientifiche, sopravvissero più a lungo grazie alla nascita di riviste per lettori maturi come Creepy. 

Incipit iniziale di una delle storie contenute nell'albo

Ma Francesco e Luciano nei loro fumetti restano per ora sulla lunghezza d’onda della più pura fantascienza, una fantascienza adulta ma anche abbastanza retrò da richiamare le tipiche storie di metà XX secolo, con alieni le cui orecchie non possono che essere a punta, dischi volanti il cui naufragio è regolarmente occultato dalle autorità militari e in generale con sottili misteri la cui soluzione, accuratamente preparata, dovrà necessariamente giungere con l’ultima scena e rivelarsi il più possibile inattesa e sconvolgente.

Incipit iniziale di una delle storie contenute nell'albo

È in questo contesto da “Confini della Realtà” che i loro “Mondi Paralleli” ci riportano, senza preoccuparsi troppo se negli ultimi decenni del ‘900, la fantascienza a fumetti si era fatta sempre più estrema, complessa e provocatoria, su riviste di vari paesi ormai a loro volta storiche come Metal Hurlant, Heavy Metal, 2000 A.D., 1984, Cimoc o L’Eternauta. Francesco e Luciano non sembrano aver preso troppo in considerazione quella pur affascinante nouvelle vague fumettistico-fantascientifica, caratterizzata dal surrealismo alla Moebius, dall’epica erotico-eroica alla Corben, dal misticismo alla Jodorowski o dall’impegno politico alla Bilal.

Incipit iniziale di una delle storie contenute nell'albo

I due si ispirano imperterriti soprattutto alla più solida, razionale e comprensibile fantascienza stile anni ’50 (un po’ come fece negli U.S.A. lo sceneggiatore Bruce Jones col suo albo antologico Alien Worlds uscito per breve tempo negli anni ’80). Solo un paio di racconti del loro “Mondi Paralleli” risultano un po’ più enigmatici degli altri anche dopo l’immancabile finale a sorpresa, lasciando al lettore l’interpretazione della breve vicenda, la scelta insomma se considerarla solo una sorta di sogno inspiegabile o qualcosa di più. Ma negli altri nove episodi la conclusione giunge puntuale a chiarire con esattezza di che cosa trattasse in realtà la storia, capovolgendo le sorti dei personaggi o la prospettiva da cui si osservavano le loro sorti, a volte fornendo spiegazioni fantasiose di eventi arcaici o di fatti storici recenti, o ancora immaginando futuri in cui ciò che conosciamo di più banale assume valenze inedite o viene ricreato e preservato artificialmente.

Dettaglio della storia Profondo nero.

Naturalmente non si possono analizzare qui nel dettaglio i singoli racconti, per non rovinare le varie sorprese a chi deve ancora leggerli. Possiamo dire però che, rifuggendo da qualunque banalità commerciale, sia i precisi testi di Francesco Manetti che gli accurati e realistici disegni di Luciano Costarelli si dimostrano ormai davvero a un ottimo livello professionale e il loro lavoro attuale sembra promettere una possibile brillante carriera nel settore, che appare particolarmente vicina a concretizzarsi nel caso del disegnatore, avendo quest’ultimo pubblicato anche diversi altri fumetti per vari piccoli editori nell’arco dei due anni in cui ha realizzato queste storie. Perlomeno è ciò che meriterebbero e che auguriamo a entrambi.

Immagine promozionale dell'albo apparsa sul blog DIME WEB

In realtà non si tratta certo di due ragazzi esordienti. In particolare Francesco Manetti non ha davvero bisogno di presentazioni, essendo un esperto del settore che ha collaborato in vario modo prima con una fanzine fiorentina e poi con molte importanti riviste professionali, pubblicazioni e iniziative sul fumetto, a partire dalla fine degli anni ’80. A quel periodo risale anche la sua collaborazione con Luciano Costarelli, iniziata sulla fanzine Collezionare con le prime versioni di un paio dei racconti di questa antologia, qui ridisegnati venticinque anni dopo da un Costarelli dal tratto fattosi intanto molto più maturo e dettagliato.
Due cartoline realizzate per le persone che hanno partecipato al crowdfounding

Se il loro primissimo episodio era tratto da un racconto di Fredric Brown, quelli realizzati da Francesco e Luciano in quest’ultimo paio d’anni e pubblicati sul sito Dime Web co-fondato da Manetti prima di essere riuniti in quest’albo, sono tutti farina del loro sacco e, oltre alla bravura del disegnatore dimostrano anche la notevole versatilità e fantasia dello sceneggiatore. È stato insomma un vero peccato che entrambi i giovani autori di allora fossero stati costretti a occuparsi di altre cose nell’ultimo quarto di secolo. Speriamo che ora possano recuperare il tempo perduto, regalandoci tante altre accattivanti storie come queste.

Variant cover dell'albo

Per adesso dobbiamo accontentarci del racconto conclusivo inedito, ovvero non pubblicato in precedenza su Internet, che ha lo stesso titolo dell’albo, “Mondi Paralleli”, e in cui gli autori si auto-citano cucendo insieme elementi dei loro racconti precedenti (nei quali per giunta ogni tanto citano qua e là dettagli di altre opere, fantascientifiche o meno). Con queste premesse e data la varietà di ambientazioni dei racconti in questione, quell’ultimo episodio rischiava di risultare un bel po’ forzato, di elencare insomma una serie di incongrue coincidenze perdendo di vista il proprio senso narrativo, invece ancora una volta il finale giunge puntuale nell’ultima pagina a spiegare l’intera vicenda, in modo forse non del tutto verosimile per il nostro mondo, ma pienamente soddisfacente per qualunque autentico fan della buona vecchia fantascienza di una volta…
Matita tratta dalla storia "Il grande scherzo" con dedica di Costarelli all'autore di questo blog.


Andrea Cantucci




Titolo: Mondi Paralleli

Testi: Francesco Manetti

Disegni: Luciano Costarelli

Formato: 68 pag. spillate in bianco e nero

Anno di stampa: 2017

La maggior parte dei singoli racconti e l’albo integrale possono essere rintracciati e richiesti tramite i siti
dimeweb.blogspot.it
lucianocostarelli.com