NATHAN NEVER ANNO ZERO n° 1-2:
MUTAZIONI DI FUTURE MEMORIE
Recensione di Andrea Cantucci
Una particolarità della produzione a fumetti statunitense, a partire dagli anni 1980, sono le miniserie, di solito affidate interamente a una singola coppia d’autori e dedicate anche a personaggi famosi e affermati che in tali occasioni possono essere rielaborati con una certa libertà, reinterpretandone anche il passato e le origini, origini notissime ai fan nei tratti essenziali ma suscettibili di approfondimenti che possono conferire a tali storie fondative maggiore ampiezza e spessore. Alcune miniserie del genere, come Batman Anno Uno o Devil: L’Uomo Senza Paura, scritte da Frank Miller, hanno contribuito ad alzare il livello qualitativo dei fumetti seriali del loro paese, diventando nuovi punti di riferimento per gli autori successivi di quei personaggi.
In questo tipo di storie i limiti e gli schemi più o meno prevedibili delle serie regolari possono essere accantonati e il racconto, di cui non è ancora protagonista un vero eroe ma una persona più o meno comune che diventerà quell'eroe solo alla fine, può snodarsi come un romanzo o un film in cui tutto è teoricamente possibile. Benché conoscendo il presente dell’eroe si possano prevedere almeno le conseguenze di ciò che ha vissuto, da certe opere di Alan Moore in poi le nuove origini di un personaggio possono anche stravolgere tutto ciò che credevamo di sapere di lui, modificando radicalmente l’intera interpretazione del suo passato.
Ebbene, sembra che in Italia ci siano voluti trent'anni buoni per capire che questo tipo di approccio poteva funzionare bene anche da noi, con risultati più interessanti dei semplici albi speciali o maxi dai contenuti in fondo spesso simili a quelli degli albi normali, o delle serie giganti o a colori in cui, al di là di una qualità più curata, si punta soprattutto sulla modifica di aspetti formali, come le dimensioni e la grafica degli albi.
Nathan Never Anno Zero (che in pratica sostituisce la serie gigante di cui prosegue la numerazione) è invece una miniserie affine ai normali albi Bonelli per formato e prezzo ma dai contenuti che scavano come non era mai stato fatto prima nel passato di un personaggio. Anche se non viene specificato, la storia dovrebbe iniziare in quell'anno 2082 (della Nuova Datazione) in cui l’allora sergente della polizia metropolitana Nathan Never incontra e affronta per la prima volta lo psicopatico Ned Mace durante un’incursione in un laboratorio clandestino, ripercorrendo quindi anche eventi già apparsi in flashback su Nathan Never n°18 e 19 del 1992.
Questa nuova più ampia versione del passato del personaggio è stata interamente riscritta con accuratezza e sensibilità noir da Bepi Vigna e disegnata con meticoloso realismo ed efficacissimi chiaroscuri da Roberto De Angelis, due dei veterani della serie. Dal punto di vista grafico è stata ormai quasi del tutto abbandonata la tipica gabbia bonelliana a tre strisce omogenee, con gli ultimi tabù ancora rimasti dell’assenza di vignette inclinate o fuori dai margini. Nonostante ciò sono state citate (e spesso anche migliorate) sequenze e frasi di quei due albi del 1992 che erano stati scritti da Michele Medda e disegnati da Nicola Mari. Sarebbe comprensibile se Vigna e De Angelis avessero voluto semplicemente rielaborarne le scene a modo loro, giusto per non clonarle pedissequamente, ma i cambiamenti apportati vanno ben al di là di un banale lifting.
Il nuovo racconto inizia subito a svelare insospettati retroscena inediti. L’ambiguo fondatore dell’Agenzia Alfa Edward Reiser entra in ballo prima di quanto si pensasse finora e molti altri elementi subiscono modifiche notevoli. La più evidente è il cambiamento di sesso dell’agente Fredericks che muore durante lo scontro con Ned Mace e la dottoressa Fogg. In origine era una donna, qui è un simpatico omaccione barbuto di nome Tom. Può essere significativo che stavolta Fredericks non sia ucciso da Mace ma dalla Fogg mentre in origine era la poliziotta a sparare alla dottoressa. Tutto fa pensare che si cerchi di mettere il presunto assassino Ned Mace sotto una luce migliore, infatti qui potrebbe uccidere facilmente Nathan ma non lo fa e inoltre questa volta non proferisce minacce verbali e non infierisce su nessun agente, limitandosi a fuggire quasi subito.
Oltre ai tanti ampliamenti e aggiunte, come i primi incontri tra Nathan e il robot Mac e tra Reiser e Sigmund nel n°2, anche le modifiche di certi piccoli dettagli sembrano funzionali a futuri sviluppi o colpi di scena. Per esempio la sequenza in cui la piccola Ann, la figlia di Nathan, chiama i genitori dicendo di aver visto degli unicorni, sostituisce quella del n°18 in cui diceva di aver visto due scoiattoli che poi effettivamente c’erano, mentre sul n°1 di Anno Zero degli unicorni non viene trovata nessuna traccia ma resta comunque il dubbio di che cosa la bambina possa aver visto veramente. Anche la scena in cui Nathan rivede la sua amante, il procuratore Sara McBain, dopo lo scontro con Mace e la Fogg, si svolge in modi e con toni molto diversi.
Il principale mistero che, pur già svelato in parte, dovrebbe esserlo sempre più nei numeri successivi, è la vera natura e lo scopo degli esperimenti compiuti in quei laboratori clandestini e chi in realtà ne tirasse i fili, visto che sul n°18 e 19 il principale responsabile sembrava essere il solo professor Hicks, mentre qui sembrano essere coinvolte molte più persone, a cominciare dal suo assistente Herbert West il cui nome cita apertamente un racconto di Lovecraft e che come tentava di fare il suo omonimo letterario sembra essere in grado di rianimare i morti, ma anche lo stesso Reiser qui è chiaramente fin dall'inizio in combutta con Hicks.
Da come poi il fuggitivo Ned Mace, a questo punto non si sa se colpevole o innocente, sorveglia l’abitazione dei Never, qui opportunamente spostata in mezzo a un bosco, sorge il sospetto che siano ancora da scoprire i veri motivi per cui qualcuno (non si sa più bene chi) abbia massacrato la moglie e rapito la figlia di Nathan.
Una revisione del caso giungerebbe quanto mai opportuna, visto che in effetti le spiegazioni del racconto originale che imputavano tutto al gesto di un singolo folle, capace di rintracciare non si sa bene come la casa di Nathan dopo averlo incontrato solo per pochi secondi, erano sempre apparse un po’ deboli e scontate. Del resto grazie al fatto che, qui come negli albi originali, l’omicidio della moglie di Nathan non viene mostrato direttamente, gli autori possono facilmente approfittarne per cambiare un bel po’ le carte in tavola riguardo alla dinamica in cui si sarebbe svolto. E sostanzialmente, al di là di certi dettagli che devono per forza essere mantenuti come l’incanutimento dei capelli di Nathan, finiscono in questo modo per reinventare quasi tutto.
Il caso dell’assassinio di Laura Never (ammesso poi che tale assassinio sia davvero avvenuto…), grazie anche a certi arditi escamotage narrativi ormai abbastanza in voga, come la relativa facilità con cui i morti possono essere fatti risorgere e le memorie possono essere parzialmente manipolate, diventa così una sorta di intricato complotto alla Jason Bourne, una storia con molteplici misteri dentro misteri che almeno per ora sta funzionando perfettamente. Gli autori hanno senz’altro già ottenuto uno degli obiettivi principali che stanno a cuore anche e soprattutto agli editori, far venir voglia ai lettori di leggere anche i numeri successivi…
Andrea Cantucci
NATHAN NEVER ANNO ZERO
Miniserie di 6 numeri
Testi: Bepi Vigna
Disegni: Roberto De Angelis
Collana: Nathan Never Gigante n°19/24
Formato: 96 pag. in bianco e nero
Editore: Bonelli
Periodicità: Mensile
Data di uscita: dal Giugno 2016
Prezzo: € 3,50 ad albo